Sentir parlare di crisi e recessione così insistentemente mi lascia un po' perplesso.
L'impressione che ho è che continui a esserci parecchia ripresa dal punto di vista lavorativo. Voi come la vedete?
Dovrebbe dare alle imprese la possibilità di continuare a crescere come già fece il Piano Impresa 4.0 e intervenire su una riduzione del costo del lavoro.
...ribadisco che girare completamente sui clienti l'aumento dei costi NON è la strategia corretta!
Bisognerebbe approfittare di questo momento per individuare e combattere le inefficienze presenti in ogni azienda.
Il voler accentrare su di sé tutte (o gran parte) delle attività di un’azienda, incluse quelle che non competono assolutamente,
è – per come la vedo io – un errore clamoroso.
Ma il saper delegare è una caratteristica innata o qualcosa che si può imparare?
Il suo nome è Giuseppe Friscia e l'obiettivo che si è posto è quello di “rendere quotidiano il concetto della qualità”.
Stefano Garavaglia: "La scelta di inserire questa figura chiave nel nostro team risponde alla sfida di elevare il livello organizzativo e qualitativo di una realtà come la nostra. Credo infatti sia proprio questa la strategia essenziale da perseguire per dare futuro e continuità a un'impresa di oggi”.
“Il modo migliore per intercettare sprechi, accensioni inutili, atteggiamenti non coerenti con le necessità produttive è quello di adottare una maggiore consapevolezza di quanto si sta consumando“. Un consiglio semplice quello di Renato Ornaghi – esperto in materia di energia e CEO di Energy Saving SpA – ma tutt'altro che scontato e che consente di ottenere un risparmio energetico anche del 5-10%.
Lo abbiamo intervistato per capire dove le imprese del manifatturiero oggi dovrebbero intervenire e investire per far fronte alla crisi energetica.
Essere associati A.P.I. ormai da diversi anni ci offre il grande vantaggio di avere un dialogo privilegiato con alcuni importanti esperti su temi chiave. È il caso di Alberto Conte, Vicedirettore Generale di A.P.I. nonché responsabile del Servizio Energia, a cui abbiamo chiesto una opinione sulla situazione energetica attuale, oltre che qualche utile consiglio pratico.
Penso che nella piccola-media impresa ci siano più opportunità di crescita professionale rispetto all'azienda grande e nota.
Ma anche un ambiente più familiare e quindi – se vogliamo – un po' più di umanità.
Credo anche, però, che l'azienda medio-piccola dovrebbe cercare – per quanto possibile – di imparare dalle grandi per quel che riguarda la qualità del lavoro.
In questo momento c'è molto lavoro. Riceviamo tante richieste. In tutti i comparti. Nonostante la situazione complessa che perdura ormai da diversi mesi. E non dimentichiamo che il problema del caro energia è iniziato verso la fine dello scorso anno. Buon segno?
Era un periodo in cui le industrie italiane avevano generalmente redditività molto più alte di quelle odierne e, di conseguenza, anche una capacità di investimento di gran lunga superiore.
C'è chi ritiene che i dipendenti meritevoli di ricevere un premio siano coloro che hanno fatto meno di un determinato numero di giornate di assenza per malattia. Ma è giusto?
MICROingranaggi dà il via a un nuovo progetto di formazione che vede coinvolto tutto il personale.
Antonella Silvagni, CFO e Responsabile HR: “L'obiettivo della MICROacademy è quello di dare ai nostri collaboratori l'occasione di uscire dalla loro routine per dedicare tempo a capire quello che accade fuori dal proprio reparto e ciò che i colleghi fanno”.
Uno dei problemi più grandi è che però questa crisi energetica non riguarda tutti i paesi. Ciò significa che moltissime aziende non possono girare gli extra costi sui clienti in quanto le commesse verrebbero annullate e girate verso fornitori di altri stati dove questi extra costi non ci sono.
Non ho mai creduto a chi dice di lavorare a inefficienza zero. In un'azienda c'è sempre qualcosa che può essere migliorato. E questo accade perché le aziende evolvono. Ecco i nostri obiettivi per questa seconda parte dell'anno
Vorrei fare alcune considerazioni di carattere più generale, in qualità – prima di tutto – di italiano preoccupato di tutto ciò che questa manovra potrebbe innescare. Ma anche in qualità di imprenditore a capo di un'azienda che fa componentistica meccanica ed elettromeccanica di precisione anche per il comparto automotive. E poi, perché no, in qualità di appassionato di auto.
Il mio parere è che il mercato del lavoro, fino a non molto tempo fa, si fosse un po' assestato su certi standard (spesso troppo bassi) e in qualche modo andasse avanti per forza di inerzia. Lo scossone provocato dalla pandemia ha innescato una serie di dinamiche che reputo decisamente positive.
Siamo stati stati classificati con un rating di legalità ★++ per la tracciabilità completa nei pagamenti e negli incassi e per l'assenza di denunce per reati finanziari, nonché in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
In prima istanza è opportuno decidere quali dati raccogliere. Poi questi dati devono essere analizzati, quindi letti e capiti senza fraintenderli. E, infine, è fondamentale trarre dall'analisi le giuste conclusioni in modo che possano essere trasformate in azioni concrete volte al miglioramento operativo.
Una volta avviato il reparto, l'ideale è poi – secondo me – circondare il responsabile di ragazzi e ragazze giovani che possano imparare il mestiere. Pensate sia banale e scontato?