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Riassumereste una persona che è andata via dalla vostra azienda? – PARTE SECONDA

Avevo sempre pensato che no, non avrei riassunto una risorsa che aveva deciso di lasciare l'azienda. Eppure è proprio quello che ho fatto in questi giorni. A volte mettere in discussione le proprie idee fino a stravolgerle è segno di crescita e maturazione.

Riassumereste un dipendente che ha lasciato la vostra azienda?, domandavo qualche tempo fa.
E, sempre qualche tempo fa, rispondevo: “Personalmente non l’ho mai fatto e credo che difficilmente potrei valutare di farlo anche in futuro per diversi motivi”.

Quel post aveva innescato su Linkedin diverse discussioni, che personalmente avevo trovato molto interessanti e costruttive. Discussioni che mi hanno dato lo stimolo per alcuni spunti di riflessione e per questo voglio, prima di tutto, ringraziare i miei contatti di Linkedin che avevano dedicato qualche minuto a commentare quel post.

Avevo sempre pensato che no, non avrei riassunto una risorsa che aveva deciso di lasciare l’azienda. Eppure è proprio quello che ho fatto in questi giorni.

Non molto tempo fa un ex dipendente di MICROingranaggi – con il quale peraltro sono sempre rimasto in contatto – mi ha proposto di rientrare, e io mi sono trovato a vedere le cose da prospettive differenti e a valutare diversi vantaggi di questa “operazione”.

Sostanzialmente ho fatto questo ragionamento.

Anche se sono passati due anni circa da quando è andato via, è una persona che conosce comunque bene l’azienda, le sue dinamiche e i colleghi di lavoro. Questo porta a pensare che potenzialmente non dovrebbero esserci “sorprese” negative.
La nostra azienda, inoltre, conosce bene i suoi difetti, ma anche i suoi pregi, le capacità professionali, l’esperienza, la disponibilità; tutte cose che, nel caso di una nuova assunzione, sarebbero state invece da verificare.

Siccome, inoltre, MICROingranaggi sta vivendo un momento di crescita, che ci ha portati tra l’altro a pianificare diversi investimenti tecnologici, il rientro di una persona “operativa” dal primo giorno sarebbe stato un grande vantaggio. Soprattutto in considerazione del fatto che non era ancora stato sostituito, perché – come penso possiate immaginare – non è semplice inserire nuovi responsabili di reparto in ambito meccanico.
Le sue mansioni erano state affidate a un addetto di reparto, che oggettivamente si era trovato in difficoltà e che quindi è stato ben felice di questo ritorno.

Le ragioni che hanno portato questa persona a bussare nuovamente alla nostra porta sono state diverse, prima fra tutte lo scarso successo (non per incapacità sua) della esperienza lavorativa vissuta fuori da MICROingranaggi.
Esperienza che, sicuramente, ha contribuito a una maturazione personale, e che potrebbe essere un segnale importante per altri colleghi, che saranno portati a soppesare attentamente le cose buone della nostra azienda.

Sono quindi molto felice di dare il “bentornato a casa” al nostro tecnico, con la convinzione che a volte mettere in discussione le proprie idee fino a stravolgerle sia segno di crescita e maturazione.

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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