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Sembra assurdo, ma il surplus di richieste di quest’anno ha creato non pochi problemi

Mancato fatturato, marginalità ridotta, lavoro sotto pressione, straordinario del personale e grande dispersione di energia. Sono sostanzialmente queste le conseguenze del surplus di richieste che abbiamo ricevuto nel 2021. L'unica soluzione possibile è aumentare la capacità produttiva

Solo qualche mese fa scrivevo che le nostre previsioni per il futuro erano molto ottimistiche, grazie alla ripresa generalizzata e costante che stavamo vivendo ormai da diversi mesi.
Ebbene l’ottimismo rimane, per carità, quello non manca e non deve mancare mai. E, fortunatamente, anche la ripresa continua.
Ciò nonostante, giunti ormai alla fine dell’anno, devo dire che non mi ritengo del tutto soddisfatto.

Prima di tutto non sono soddisfatto perché quest’anno si è lavorato male. Abbiamo lavorato molto, ricevendo tanti ordini, ma facendo una enorme fatica a gestirli e a evaderli.

Diverse le ragioni.
Prima fra tutte è che quando si ha una capacità produttiva di un certo genere e le richieste sono superiori, riuscire a gestirne l’eccedenza è sempre problematico.
Un conto è infatti inserire nel flusso produttivo qualche urgenza. Si sa che ogni tanto una richiesta urgente arriva e la si mette in bilancio, andando a riorganizzare il lavoro delle macchine laddove necessario.
Diverso è quando le richieste extra sono tante, perché in proporzione aumentano anche le sollecitazioni da parte dei clienti che portano inevitabilmente a lavorare in maniera anomala. Spezzando, per esempio, le commesse per cercare di accontentare un po’ tutti. Ma se si spezza una commessa, quando il prezzo è stato fatto per un certo quantitativo di pezzi, vien da sé che si va a erodere la marginalità. E chi se ne fa carico? Risposta scontata.

Poi c’è stato e continua a persistere il problema legato alla carenza di materie prime necessarie per alcuni lotti produttivi. Tema di cui abbiamo già parlato.
La difficoltà a reperire materie prime significa, da un lato, aver magari pronto tutto quello che serve per la consegna di una commessa di motoriduttori, ma averla ferma in officina senza che possa essere consegnata e quindi fatturata a causa, per esempio, della mancanza di una semplice ma essenziale vite che il fornitore non ha consegnato perché è a sua volta bloccato per la stessa ragione.
Dall’altro, una carenza di materie prime necessarie induce anche a doversi rivolgere a fornitori diversi per uno stesso materiale, il che significa – anche in questo caso – dover spezzare una commessa, trattandola come se fossero due, così da riuscire a mantenere la tracciabilità dei codici nel caso dovessero sorgere problemi sul materiale recuperato da uno dei fornitori. E, come abbiamo detto, spezzare una commessa significa erodere marginalità. Qualunque sia la causa.

Un altro problema che abbiamo riscontrato è stato che alcune forniture di componentistica che abbiamo ordinato sono arrivate di qualità scarsa, obbligandoci necessariamente a rimandarle indietro.
Questo è successo perché nel momento in cui si riceve un surplus di ordini da parte del mercato, in un momento caratterizzato da una concreta difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, bisogna mettere in bilancio di doversi rivolgere necessariamente a fornitori alternativi, senza avere avuto il tempo di fare tutte le verifiche del caso. Il nuovo fornitore ha la capacità produttiva che promette? È effettivamente in grado di rispettare i tempi di consegna che ha dato? Ha capito bene di cosa hai bisogno? Le sue forniture hanno la medesima qualità dei fornitori cui siamo soliti rivolgerci? E via dicendo.

Morale..

Indubbiamente nel 2021 abbiamo recuperato buona parte del fatturato che avevamo perso nel 2020, ma i risultati che abbiamo ottenuto non sono assolutamente proporzionati alla fatica che abbiamo fatto per raggiungerli e neppure a quello che ci saremmo aspettati in base al portafoglio ordini.

Paradossalmente anche nel 2020, nonostante il calo del fatturato e la situazione del tutto fuori dal comune, avevamo lavorato bene, con buone marginalità che ci avevano dato la possibilità di investire. Quest’anno devo purtroppo constatare che l’impegno e il risultato non sono andati di pari passo. Non per scelta, ma perché la situazione generale di incertezza di mercato e di stravolgimento generalizzato, dovuto a tante nuove dinamiche economiche che si sono venute a creare, ha portato a questo.

Quali soluzioni quindi?

Aumentare la capacità produttiva, aumentare la capacità produttiva e aumentare la capacità produttiva.

Nuove macchine, nuovo personale.
Non voglio farla troppo semplice, ma credo che la chiave di tutto per noi sia sostanzialmente questa.
Chiave che, chiaramente, deve concordare anche con la strategia dei nostri fornitori, altrimenti gli sforzi finiscono per vanificarsi.

Per ora vi saluto e colgo l’occasione per augurare a tutti voi un

BUON NATALE e un sereno 2022!

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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