In questo blog non abbiamo mai parlato di ordine. Per voi quanto sono legati l’ordine mentale e l’ordine lavorativo? Secondo me parecchio. Sono convinto del fatto che se una persona è profondamente disordinata (a livello pratico, intendo), poi finisce per esserlo anche mentalmente e questo inevitabilmente si ripercuote anche sul lavoro. Il che non significa assolutamente che non possa raggiungere gli stessi risultati di una persona ordinata, anzi a volte sono anche migliori. Quel che è probabile, però, è che per raggiungerli faccia molta più fatica.
Poi, per carità, ogni regola che si rispetti ha la sua eccezione e inoltre la questione legata all’ordine dipende anche da che cosa uno fa e da qual è il proprio metodo lavorativo.
Oggi si sente parlare molto di lean manufacturing, argomento che abbiamo affrontato anche all’interno di questo blog: per ottenere buoni risultati in termini di produttività ogni cosa deve essere nel posto giusto, al momento giusto, secondo un ciclo di lavoro prestabilito, studiato e definito sulla base di calcoli e logiche ben precisi. Vien da sé, quindi, che questo ciclo di lavoro dovrebbe essere caratterizzato da ordine e continuità.
Facciamo un esempio: cosa accade se sto banalmente cercando una matita, ma c’è talmente tanto disordine sulla mia scrivania che non la trovo? Va a finire che perdo tempo per cercarla, che interrompo quello che sto facendo, e magari anche che dimentico qualcosa.
Ecco: tutto questo è il contrario di quella che viene chiamata produzione snella. Quindi l’ordine, a mio avviso, non solo è essenziale anche in termini di produttività, ma è il primo passo per incrementarla: se cerco un cacciavite, non devo nemmeno guardare dove prenderlo; devo sapere che è lì.
Poi c’è un’altra questione importante: quella legata alla pulizia. Anche questo fattore contribuisca molto in termini di produttività. Senza contare che lavorare otto/dieci ore al giorno in un posto sporco, fa soffrire. Questo è il mio parere, ma credo siano in molti a condividerlo.
Mantenere ordine e pulizia nel proprio luogo di lavoro dovrebbero essere parte integrante del lavoro stesso, e non un’attività occasionale da mettere in pratica solo quando si raggiungono livelli eccessivi di sporco e disordine. Chiaro è che se un’impresa lavora su turni (e quindi non si ferma mai) ha qualche difficoltà in più a farlo, ma questo è fisiologico.
In generale da quello che mi sembra di notare guardandomi intorno è che le realtà più ordinate sono quelle molto piccole (come per esempio l’officina meccanica gestita da padre e figlio) e quelle molto grandi. Al contrario quelle medie (che hanno suppergiù 50/100 dipendenti) mi paiono generalmente più disordinate.