Non c’è cosa peggiore di dover assistere in maniera passiva a una escalation di costi al di fuori del nostro controllo

Da un punto di vista prettamente economico il problema del caro energia potrebbe essere potenzialmente ben più grave di quanto lo sia stato la pandemia degli ultimi due anni. Ed è inevitabilmente destinata a peggiorare ulteriormente nei mesi a venire.

Io credo – ma non sono l’unico – che il problema del caro energia da un punto di vista prettamente economico sia ben più grave di quanto lo sia stato la pandemia degli ultimi due anni. Perlomeno potenzialmente.

Non c’è cosa peggiore di dover assistere in maniera passiva a una escalation di costi completamente al di fuori del nostro controllo.

La situazione legata al caro energia è grave, molto grave, e secondo diversi tecnici è destinata a peggiorare ulteriormente nei mesi a venire. Soprattutto se consideriamo che l’Italia importa circa il 90% dell’energia che consuma, di cui oltre il 40% dalla Russia (con la quale i rapporti – come sappiamo – in questo momento sono molto molto delicati), e buona parte dai paesi del nord Europa, dove sono presenti diversi giacimenti destinati a chiudere o a esaurirsi nei prossimi anni.

Come temevamo, le misure introdotte proprio in questi giorni non bastano.

Le aliquote fiscali che il nostro governo ha azzerato sono – nella realtà attuale – una percentuale molto (troppo) piccola sul prezzo totale, rendendo di conseguenza le manovre, per quanto significative e di necessario intervento, poco incidenti.
Investire nelle rinnovabili è sicuramente una strada da perseguire, ma per nulla in grado di portare risultati concreti nel breve periodo.

Da diversi anni ormai MICROingranaggi fa parte di un gruppo di acquisto che – proprio per il fatto di essere un gruppo – ha la possibilità di comprare grandi quantitativi di energia a prezzi vantaggiosi rivolgendosi al distributore capace di garantire il costo più competitivo. Questo ci ha permesso di mantenere i prezzi bloccati per tutto il 2021 grazie a un contratto sottoscritto a fine 2020, e di avere una condizione agevolata anche per l’anno in corso (seppur non come quella del 2021). Il nostro attuale contratto prevede infatti una parte di prezzo bloccata stabilita a priori, e una parte di prezzo variabile, legata all’andamento dei costi di mercato.

Questo ci ha permesso – seppur in minima parte – di far fronte alla difficile situazione generale, ma il problema grosso è che ci sono imprese per le quali i costi energetici sono primari e che hanno dovuto optare per la chiusura temporanea degli stabilimenti in quanto era diventato controproducente continuare ad accollarsi costi che il mercato non sarebbe più stato in grado di assorbire.
Ecco, questo è tragico. In primis per chi ha dovuto chiudere. Ma anche perché questa dinamica si porta inevitabilmente dietro una serie di pesanti ripercussioni sull’intero sistema.

Pensiamo per esempio alle cartiere che producono imballaggi, un prodotto essenziale per tutti i tipi di industria. Com’è noto le cartiere fanno parte dei comparti maggiormente energivori e, se una cartiera chiude, fermerà – da un lato – la produzione di imballaggi causando difficoltà di approvvigionamento alle realtà clienti. Dall’altro farà necessariamente richiesta anche della cassa integrazione per i propri dipendenti, dando vita a un ulteriore costo che peserà sulla spesa pubblica.

Ecco, proviamo a immaginare questa dinamica moltiplicata per un numero sempre maggiore di aziende…

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

Non è (quasi mai) solo una questione di prezzo. C’è qualcosa che pesa ancora di più

Vuoi per la lingua, per la cultura, o per una sorta di (in)conscio e istintivo senso di appartenenza, molti player della meccanica saranno disposti, se necessario, anche a spendere qualcosa in più pur di avere la certezza della qualità, dell’affidabilità e di un rapporto diretto con il fornitore che “parli la stessa lingua”, in senso lato. A due condizioni però: servizio e qualità devono esserci.

Una soluzione ideale per il settore agricolo

Compatto, silenzioso e affidabile, il nostro riduttore epicicloidale R35 è progettato per rispondere alle esigenze di un comparto che richiede soluzioni robuste ma leggere, capaci di mantenere precisione e continuità di funzionamento anche in condizioni difficili.

Un aiuto fiscale alle aziende fa sempre bene

Ma se parliamo di trasformazione digitale – con tutto ciò che il termine implica – serve la consapevolezza che non la si fa solo comprando macchine nuove, ma anche facendole dialogare tra loro, capendo cosa succede davvero in produzione e usando quei dati per lavorare meglio ogni giorno. E per fare tutto questo occorrono tempi tecnici fisiologici e non comprimibili.