“Il materiale al momento non è disponibile e non sappiamo quando tornerà a esserlo”
C’è una dinamica che per noi – così come credo anche per una grossa fetta del manifatturiero – purtroppo è diventata quasi la quotidianità: riceviamo una richiesta di offerta da parte di un cliente per la produzione di un pezzo e immediatamente ci mettiamo in contatto con il distributore di materie prime per avere disponibilità e quotazione di ciò che ci serve. A questo punto in genere riceviamo due diversi tipi di risposta:
UNO_ “No, il materiale che le serve al momento non è disponibile e non sappiamo quando tornerà a esserlo”.
DUE_ “Sì, il materiale è disponibile ora, ma l’acquisto deve essere confermato entro quattro ore, altrimenti verrà venduto a qualcun altro (tanta è la richiesta)”. E, come potete bene immaginare, quattro ore è un tempo decisamente troppo risicato per emettere un’offerta e averne la conferma d’ordine da parte del cliente.
Ebbene, non dico nulla di nuovo se scrivo che
la carenza di materie prime e i vari rincari continuano a essere un grandissimo problema per il manifatturiero.
Quel che vedo di nuovo è che se fino a qualche mese fa il problema toccava MICROingranaggi in minima parte, oggi sta iniziando a mettere in difficoltà anche noi.
La scorsa settimana parlavo del forte incremento di richieste che MICROingranaggi – così come molte altre imprese simili a noi – sta ricevendo da circa un anno a questa parte. Questa è indubbiamente un’ottima notizia, soprattutto perché poi gran parte di queste richieste si trasformano in ordini. Il problema è che
alcuni di questi ordini poi diventano difficili da gestire.
Il grosso del nostro volume d’affari, infatti, deriva da lavorazioni conto terzi, quindi ci viene davvero difficile – anche volendo – pensare di fare scorte di materie prime. Lavoriamo con tantissimi materiali diversi, di una grande varietà di diametri e differenti lotti di quantità. Pensare di investire e fare scorta di tutto è impensabile. Senza contare che – anche nel caso decidessimo di investire in questa direzione – se il materiale poi non viene utilizzato e venduto, ricade fiscalmente nel magazzino con un conseguente costo tutt’altro che indifferente.
Fino a qualche mese fa eravamo sempre riusciti a reperire quello che ci serviva e il solo rischio era quello di doverci rivolgere a due fornitori diversi per uno stesso materiale, con la conseguenza che quella commessa doveva essere trattata come due commesse separate, per poter mantenere la tracciabilità dei codici nel caso fossero sorti problemi sul materiale recuperato da uno dei due fornitori. Inutile dire che c’era un aumento dei costi che dovevamo necessariamente assorbire noi.
Oggi però sembra non bastare nemmeno più quello…