Taratura e manutenzione delle macchine per il controllo qualità: l’importanza di un lavoro preciso e costante

Che la manutenzione programmata e regolare di una macchina utensile sia necessaria, penso siano d’accordo praticamente tutti. Un fermo a causa di un guasto improvviso porterebbe al rallentamento della produzione con tutto ciò che ne consegue (e le ripercussioni spesso possono essere anche pesanti)
Ma cosa dire della taratura e manutenzione delle macchine per il controllo qualità? Andrebbe fatta? E se sì, con che frequenza?

Facciamo un passo indietro. In un post di parecchio tempo fa scrivevo:

Nel momento in cui immettiamo un prodotto sul mercato, siamo responsabili degli eventuali danni che possiamo arrecare nel caso di non conformità. […] Inoltre il danno in questione non deve mai essere considerato proporzionato al valore del bene venduto. Non vale infatti la regola, come purtroppo sostengono alcuni colleghi, che a fronte di danni provocati da un prodotto difettoso venduto a pochi euro non si possano chiedere risarcimenti milionari”.

Ribadisco questo concetto perché

è abbastanza comune anche avere a che fare con realtà che hanno macchine per il controllo qualità di ultima generazione, ma che trascurano la manutenzione periodica.

Ciò che molte imprese fanno – non mi riferisco solo ad aziende di piccola dimensione, ma anche a realtà strutturate – è misurare il pezzo in questione e poi, semplicemente, prendere per buono il risultato che la macchina di misura elabora. Ma se tale macchinario non fosse più tarato correttamente? Oppure se alcune funzionalità fossero state compromesse a causa di urti accidentali o disallineamenti?
Semplicemente il risultato non sarebbe più attendibile.

È vero e comprovato che le macchine di misura appartengono a una tipologia di strumenti molto particolare e che per questo vengono trattate con cura e attenzione; così com’è vero anche che, per loro natura, non sono così soggette a usura come le macchine utensili. Vien da sé, pertanto, che sia piuttosto comune la tendenza a credere che i primi malfunzionamenti si verifichino solo dopo diversi anni.

Resta comunque il fatto che le strumentazioni per il controllo qualità sono l’ultima occasione che abbiamo per avere la sicurezza che il prodotto che stiamo consegnando sia conforme al 100%, e che, in caso di contestazioni, più documentazione abbiamo a conferma del fatto che abbiamo eseguito bene e coscientemente il nostro lavoro e meglio è. E con “documentazione” includo anche le certificazioni che attestino che sia stata effettuata una manutenzione periodica sulle macchine in questione per mano di tecnici specializzati.

È un costo? Sì, ma credo sia importante metterlo a budget perché controlli di qualità ben eseguiti e documentati sono, oltre che una garanzia per i nostri clienti, anche un’ancora di salvezza per noi produttori in caso di contestazioni.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

Una soluzione ideale per il settore agricolo

Compatto, silenzioso e affidabile, il nostro riduttore epicicloidale R35 è progettato per rispondere alle esigenze di un comparto che richiede soluzioni robuste ma leggere, capaci di mantenere precisione e continuità di funzionamento anche in condizioni difficili.

Un aiuto fiscale alle aziende fa sempre bene

Ma se parliamo di trasformazione digitale – con tutto ciò che il termine implica – serve la consapevolezza che non la si fa solo comprando macchine nuove, ma anche facendole dialogare tra loro, capendo cosa succede davvero in produzione e usando quei dati per lavorare meglio ogni giorno. E per fare tutto questo occorrono tempi tecnici fisiologici e non comprimibili.

Come, quanto e quando possiamo fidarci di quello che fa l’AI?

La forza dell’intelligenza artificiale sta nella capacità di colmare alcuni gap che in modo naturale e inevitabile l’essere umano ha. Prima diventiamo consapevoli dei suoi punti di forza e impariamo a usarli a nostro vantaggio, meglio è. Si tratta di uno strumento a servizio della nostra competenza (che non deve mancare, ndr.)