Come si stabilisce il numero di denti di un ingranaggio?

Difficile rispondere a questa domanda in modo univoco, poiché il miglior equilibrio deriva da numerosi fattori progettuali che devono essere attentamente valutati. In generale posso però dire che per stabilire il numero di denti di un ingranaggio ci vuole un giusto mix tra tecnica e creatività.

Una domanda che mi sento fare spesso è

come si stabilisce il numero di denti di un ingranaggio?

Il numero dei denti di un ingranaggio è, in prima battuta, la conseguenza diretta del rapporto di trasmissione richiesto.
Quindi, per farvi un esempio concreto: se ho un ingranaggio a 10 denti che ingrana con un ingranaggio a 40 denti, avrò un rapporto di trasmissione pari a 4 a 1. L’albero di uscita su cui è montato l’ingranaggio a 40 denti girerà quindi 4 volte più lento di quello in ingresso, dove l’ingranaggio ha 10 denti.

Partendo da questo principio fondamentale, sottolineo però anche che il rapporto 4 a 1 indica il numero di denti della ruota rispetto al numero di denti del pignone. Di conseguenza, tale rapporto potrà essere mantenuto anche con un numero di denti diverso, purché la proporzione rimanga di 4 a 1 (per esempio: 32 a 8, 36 a 9, 44 a 11 e via dicendo).

Appurato quindi che il rapporto di trasmissione dovrà essere 4 a 1, come stabilire il numero di denti di un ingranaggio? 32 e 8? Oppure 36 e 9? O, ancora, 44 e 11?

Come molto spesso accade, è difficile rispondere a questa domanda in modo univoco.

Il miglior equilibrio dipenderà da moltissimi fattori progettuali, che naturalmente dovranno essere tenuti in considerazione.

Mi riferisco, per esempio, alla dimensione della trasmissione, perché, come potrete immaginare, più denti farò e – tendenzialmente – maggiore sarà il diametro dell’ingranaggio.
Altri fattori da tenere in considerazione saranno i carichi da trasmettere – quindi quanto peso o forza dovrò muovere – oppure quale sarà la rumorosità richiesta.
E, ancora, dovrò tenere conto della tecnologia costruttiva. Pensiamo per esempio allo stampaggio in materiali plastici; potrebbero esserci dei limiti sotto i quali questa tecnologia non riuscirà a fare più di un certo numero di denti perché troppo piccoli.

In buona sostanza ogni trasmissione deve essere considerata come caso a sé e, pertanto, valutata nel suo insieme e NON singolarmente.

Di recente un cliente ci ha chiesto di progettare una trasmissione con un rapporto di riduzione molto alto, vicino al 2000 a 1. L’applicazione però richiedeva anche un costo contenuto e una bassa rumorosità.

Per rispondere a queste necessità abbiamo così utilizzato solo due coppie di ingranaggi con un rapporto di trasmissione molto alto e questo per due ragioni.
La prima: meno pezzi ci saranno e minore sarà il costo totale.
La seconda: meno saranno gli ingranaggi in movimento fra di loro e minore sarà il rumore (quello che non esiste, infatti, non potrà certo fare rumore…).

Questa richiesta ha complicato non poco lo studio, ma siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo prefissato dal cliente.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

Un aiuto fiscale alle aziende fa sempre bene

Ma se parliamo di trasformazione digitale – con tutto ciò che il termine implica – serve la consapevolezza che non la si fa solo comprando macchine nuove, ma anche facendole dialogare tra loro, capendo cosa succede davvero in produzione e usando quei dati per lavorare meglio ogni giorno. E per fare tutto questo occorrono tempi tecnici fisiologici e non comprimibili.

Come, quanto e quando possiamo fidarci di quello che fa l’AI?

La forza dell’intelligenza artificiale sta nella capacità di colmare alcuni gap che in modo naturale e inevitabile l’essere umano ha. Prima diventiamo consapevoli dei suoi punti di forza e impariamo a usarli a nostro vantaggio, meglio è. Si tratta di uno strumento a servizio della nostra competenza (che non deve mancare, ndr.)

Valore oltre il prodotto: perché raccontarlo fa la differenza

Nel mondo della meccanica di precisione, ciò che fa davvero la differenza non è solo il prodotto finale, ma tutto quello che c’è dietro: qualità dei processi, supporto tecnico, controllo, tecnologia e visione. Eppure, tutto questo valore rischia spesso di passare inosservato. Per questo oggi più che mai serve saperlo raccontare, anche nei settori più tecnici.