Cinquant’anni di idee, progetti e soluzioni

Quello che è appena cominciato è un anno importante per MICROingranaggi, perché siamo appena entrati nel nostro cinquantesimo anno di attività. Un traguardo di cui andiamo molto fieri e per il quale voglio ringraziare, prima di tutto, i nostri collaboratori

Oggi ho 59 anni e ricordo ancora nitidamente quando mio padre mi diede il permesso di pulire il tornio della sua officina per la prima volta. Allora di anni ne avevo 11 o 12. E forse è così che tutto è iniziato.
Qualche anno prima, nel 1973, mio padre ebbe infatti l’idea “pazza” di dare il via a un’attività specializzata nella dentatura di ingranaggi per orologeria e strumentazione. Tutto quello che aveva erano le sue incredibili capacità tecniche, uno scantinato di 60 metri quadrati in affitto, un unico collaboratore (la mia mamma) e un supporto finanziario inesistente. Eppure dopo tanti anni siamo qui!

Quello che è appena cominciato è un anno importante per MICROingranaggi, perché siamo appena entrati nel nostro cinquantesimo anno di attività. Un traguardo di cui andiamo molto fieri e per il quale voglio ringraziare, prima di tutto, i nostri collaboratori.

Per come la vediamo noi, infatti, sono proprio le risorse umane il valore più grande che un’impresa possa avere. Oggi siamo quasi cinquanta persone, dodici delle quali entrate ufficialmente lo scorso anno. Qualcuno purtroppo se n’è andato, ma mi piace pensare che – ovunque sia – in qualche modo possa sempre seguirci da lontano.

In mezzo secolo di storia non abbiamo mai preso in considerazione l’idea di rinunciare agli investimenti per crescere e migliorarsi, neppure nei periodi di maggiore difficoltà.
Prima o poi il mercato si riprende sempre e allora è meglio farsi trovare pronti e preparati ad affrontare nuove sfide e opportunità.

Investimenti in personale qualificato, formazione, retribuzione e soddisfazione. Le risorse umane devono essere messe al primo posto, perché le competenze sono indispensabili per ogni attività.
Il 2022, per esempio, è stato l’anno della nascita della MICROacademy, un progetto che, in qualche modo, è proprio la concretizzazione di questo nostro caposaldo. Ma è stato anche l’anno della certificazione GPTW (Great Place to Work) e dell’attribuzione del Rating di legalità, due conferme che stiamo lavorando nella direzione giusta.

Gli investimenti, naturalmente, devono essere anche destinati alla tecnologia, un aspetto per noi fondamentale, per il quale negli ultimi anni abbiamo destinato oltre due milioni di euro, realizzando il piano più grande della nostra storia. Un piano che ci ha permesso di diventare una Factory 4.0 a tutti gli effetti.

Ora non ci resta che guardare al futuro. La sfida maggiore, che credo sia un po’ quella di tutti, consiste nel riuscire a evolvere con la stessa velocità con cui evolvono i mercati, anticipando quanto più possibile i cambiamenti, in modo da avere il tempo necessario per pianificare nuovi investimenti, acquisire tecnologie, know how e competenze e spostarsi dove il mercato è più fertile.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

Una soluzione ideale per il settore agricolo

Compatto, silenzioso e affidabile, il nostro riduttore epicicloidale R35 è progettato per rispondere alle esigenze di un comparto che richiede soluzioni robuste ma leggere, capaci di mantenere precisione e continuità di funzionamento anche in condizioni difficili.

Un aiuto fiscale alle aziende fa sempre bene

Ma se parliamo di trasformazione digitale – con tutto ciò che il termine implica – serve la consapevolezza che non la si fa solo comprando macchine nuove, ma anche facendole dialogare tra loro, capendo cosa succede davvero in produzione e usando quei dati per lavorare meglio ogni giorno. E per fare tutto questo occorrono tempi tecnici fisiologici e non comprimibili.

Come, quanto e quando possiamo fidarci di quello che fa l’AI?

La forza dell’intelligenza artificiale sta nella capacità di colmare alcuni gap che in modo naturale e inevitabile l’essere umano ha. Prima diventiamo consapevoli dei suoi punti di forza e impariamo a usarli a nostro vantaggio, meglio è. Si tratta di uno strumento a servizio della nostra competenza (che non deve mancare, ndr.)