Chi si ferma è perduto. Ma anche solo chi rallenta un attimo

Chi non vuole cambiare e innovare ha il countdown inserito. È solo questione di tempo. Allo stesso modo è fondamentale fare scelte giuste e tempestive. E chi sbaglia o ritarda corre gli stessi rischi di chi è conservatore.

“Bisogna fare attenzione a non prendere lavori nuovi”.
Ecco, questa frase, che fortunatamente mi è capitato di sentire poche volte nella mia vita professionale, dovrebbe far suonare un campanello di allarme a qualsiasi imprenditore la senta da un socio o da un collaboratore. E infatti, non appena l’ho sentita, quel campanello è suonato forte e chiaro, perché se si ha o se si gestisce un’azienda, di lavori nuovi se ne devono prendere sempre. Questa è una regola tassativa.

In quel caso specifico il “Bisogna fare attenzione a non prendere lavori nuovi” era dovuto al fatto che – fortunatamente – le richieste che MICROingranaggi riceveva in quel momento stavano per saturare la nostra capacità produttiva. Una buona notizia quindi, che ovviamente avrebbe implicato una serie di cambiamenti da apportare in azienda al fine di far fronte a quella necessità. Cosa che poi è avvenuta. Riorganizzazione degli spazi, nuovo personale, nuova tecnologia e via dicendo.

Alcuni di voi sanno come la penso in proposito: cambiare non solo è necessario, ma è la condizione assoluta di ogni possibile crescita concreta.
Ma cambiare è anche faticoso, molto faticoso.
È oneroso in termini di energia mentale prima di tutto, oltre che di tempo e costi. Ed è fonte di notevole stress. Stress che – secondo me – può essere ben sopportato e gestito solo se la passione per quello che si fa prevale sull’interesse.

Se si è appassionati del proprio mestiere, gli stimoli si trovano sempre. Quando però l’obiettivo primario rimane unicamente l’azienda in sé, cioè gli utili, allora non è detto che quegli stimoli siano così facili da trovare.

Con questo non voglio dire che gli utili non siano importanti, per carità. L’ideale sarebbe avere entrambe le cose: passione e interesse per gli utili dell’azienda. Ma se viene a mancare la prima, la passione, allora tutto si complica.

Perché ne parlo? Perché secondo me chi gestisce un’azienda e non cambia, non cerca di evolvere, non ha una vera passione per quello che sta facendo, e finisce per non crescere.

Tutto oggi ruota a una velocità incredibile. Quello che oggi funziona, domani è vecchio e dopodomani obsoleto.

Ebbene, è proprio la passione che spinge ad aprire gli occhi e a osservare con sguardo critico l’intera azienda per riuscire a notare se occorre cambiare qualcosa.
Penso anche solo banalmente allo spostamento di un reparto per migliorarne l’efficienza. Magari non sarà chissà che, ma è comunque qualcosa in cui occorre mettere la testa, oltre che naturalmente dei soldi.

Il concetto di selezione naturale vale da sempre anche in ambito lavorativo. La differenza che mi pare di vedere in questo ultimo periodo è una acutizzazione del fenomeno, legata sicuramente al parametro della grande velocità che caratterizza buona parte della nostra attività lavorativa e personale.

In buona sostanza

chi non vuole cambiare e innovare – a mio parere – ha il countdown inserito. È solo questione di tempo.

E, allo stesso modo, è fondamentale fare scelte giuste e tempestive. Chi sbaglia o ritarda corre gli stessi rischi di chi è conservatore.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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