Oggi c’è tantissima attenzione verso il tema della sostenibilità, che, non a caso, è anche una delle colonne portanti di quella che viene definita Industria 5.0.
Ne parlo perché ho l’impressione che l’enfasi che molte imprese mettono su questo tema derivi dal desiderio di presentarsi al mercato come realtà aggiornate e al passo con le ultime tendenze macroeconomiche, più che da un reale interesse. Con il risultato che, purtroppo, passi in secondo piano la vera essenza di tutto: adottare e integrare pratiche sostenibili che portino realmente benefici concreti. Benefici che non riguardano solo la sfera ambientale e quella delle risorse umane, ma anche quella economica.
Io credo che si tratti di un meccanismo fisiologico che caratterizza molte imprese e non sono qui per criticarlo. La questione che mi preme sollevare è un’altra.
In un paese come l’Italia, fatto di tantissime piccole e micro imprese, spesso a conduzione familiare, gestire un’azienda può essere molto impegnativo. In moltissimi casi ci troviamo di fronte a realtà dove padre, madre, figli e pochi altri collaboratori si occupano di tutto: dalla produzione all’amministrazione, dalle vendite agli acquisti (il marketing non lo cito neanche perché in genere è, aihmé, l’ultimo dei pensieri).
Ebbene,
nonostante siano numerosi i benefici dimostrati, molte realtà faticano ancora a metabolizzare il concetto di Industria 4.0 con tutto ciò che si porta dietro. Mi sembra pertanto un po’ prematuro e fuorviante cominciare così presto a parlare di Industria 5.0. Non pensate anche voi?
Questo, secondo me, fondamentalmente per due ragioni.
La PRIMA è che NON stiamo parlando di una ulteriore rivoluzione industriale. Anche se il termine coniato – Industry 5.0 – potrebbe erroneamente far pensare proprio a quello
(cosa che infatti mi lascia molto perplesso).
La SECONDA ragione è che, da un punto di vista tecnologico, il tema della sostenibilità fa in tutto e per tutto parte del concetto di Industry 4.0.
L’Industria 4.0, infatti, tra i suoi standard prevede anche l’introduzione di pratiche legate ai temi della sostenibilità e parlare di Industria 5.0 rischia solo di creare confusione in chi non ha ancora recepito e metabolizzato in tutto e per tutto le dinamiche della 4.0.
E aggiungo un’ultima considerazione.
Premesso e assodato che lavorare sul tema della sostenibilità è fondamentale, non va sottovalutato il fatto che la 5.0 promuove innovazioni, prospettive e linee guida su temi che nella nostra industria (come in moltissime altre) non sono ancora ben definiti. Con il rischio, a mio parere, di accelerare su aspetti che non sono ancora sufficientemente maturi, distogliendo l’attenzione delle imprese da temi a cui dovrebbero invece dare la priorità perché già ben e delineati e in grado di permettere loro di competere a livello economico.