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Le nuove tecnologie potenziano la creatività e le capacità dell’uomo, ma non le sostituiscono

Che la tecnologia offra strumenti sempre più potenti è un dato di fatto. Ma se penso al mio settore, a quello che facciamo in MICROingranaggi, non ho dubbi sul fatto che sia l'uomo a fare il grosso del lavoro. Devono però sussistere determinate condizioni.

Chi ci conosce e ha già avuto occasione di lavorare con MICROingranaggi sa bene che il nostro punto di forza va oltre la progettazione di soluzioni e componenti per la meccatronica di altissima precisione. E quando scrivo “va oltre” intendo dire che arriva a toccare anche lo sviluppo di attrezzature per l’assemblaggio, oltre che la messa a punto e l’utilizzo di soluzioni innovative che rendano i processi produttivi ancora più efficienti.

Penso alle stampanti 3D, per esempio. Che in questi ultimi anni sono diventate anche per noi importanti alleati, perché ci consentono di prototipare velocemente le idee che ci vengono, contribuendo – in qualche modo – a valorizzare l’errore come parte del processo creativo e della cultura del miglioramento continuo.

Che la tecnologia offra, quindi, strumenti sempre più potenti è un dato di fatto incontrovertibile. Ma se penso al mio settore, a quello che facciamo in MICROingranaggi, non ho dubbi sul fatto che sia

l’uomo a fare il grosso del lavoro. L’uomo, l’esperienza che si porta dietro, la sua capacità di pensare fuori dagli schemi, la sua abilità nel riuscire a risolvere problemi complessi e migliorare, in questo modo, continuamente prodotti e processi.

Certo, quello creativo è un processo complesso, che deve essere continuamente alimentato e stimolato. E non è mai semplice.
Ci sono però alcune strategie che negli anni abbiamo visto funzionare e su cui quindi pensiamo sia importante continuare a fare leva.

La più efficace di tutte è, a nostro avviso, la collaborazione interdisciplinare.

Incoraggiare, quindi, i tecnici a lavorare a stretto contatto con altri reparti, come la produzione, il controllo qualità e il marketing. È questo scambio di visioni che, nella maggior parte dei casi, ci permette di trovare soluzioni innovative.

Poi c’è il brainstorming continuo.

Ogni giorno, senza la necessità di pianificare incontri ad hoc, ci confrontiamo su problematiche quotidiane inerenti quello che facciamo.
Ciascun tecnico condivide le sue idee, le sue considerazioni e lo fa in un modo più informale, che in molti casi è decisamente più efficace di quanto lo sarebbe durante un incontro programmato.

L’ultima strategia che adottiamo è l’aggiornamento continuo.

Quindi momenti di formazione dedicati all’approfondimento di nuove tecnologie, inclusi i software di progettazione che spesso includono nuove funzioni che vanno capite e approfondite.
Per aggiornamento continuo intendo anche e soprattutto il trasferimento di esperienza dai tecnici senior verso quelli junior e viceversa. Quindi il trasferimento e la contaminazione di idee nuove e pensieri non convenzionali da figure alle prime esperienze verso chi, come me, questo lavoro lo fa da tutta la vita.

Ecco, è quando penso a tutti questi aspetti che

mi viene difficile davvero credere che l’intelligenza artificiale, come molti sostengono, possa portare via il lavoro all’uomo.

Potrà sicuramente sostituire alcune mansioni, ma è la sinergia tra l’intelligenza umana e la potenza delle macchine a guidare l’innovazione.

Sbaglio?

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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