Al via la seconda parte dell’anno. Buona ripresa a tutti!

Non ho mai creduto a chi dice di lavorare a inefficienza zero. In un’azienda c’è sempre qualcosa che può essere migliorato. E questo accade perché le aziende evolvono. Ecco i nostri obiettivi per questa seconda parte dell’anno

Buongiorno e buona ripresa a tutti!
Siamo tornati operativi al 100% da ormai quasi due settimane e per questa seconda parte dell’anno ci siamo posti – tra le altre cose – due obiettivi che consideriamo molto importanti.

IL PRIMO: lasciar sedimentare e consolidare nuove tecnologie e processi.

Forse a qualcuno potrà apparire un po’ strano, ad altri magari anche una perdita di tempo, ma secondo noi non è assolutamente così. Uno degli aspetti primari su cui sentiamo l’esigenza di focalizzarci in questa seconda parte dell’anno è quello di lasciar sedimentare tutte le novità introdotte negli ultimi anni senza aggiungere altro.
Tra investimenti tecnologici, e l’ingresso in azienda di nuove figure chiave, sentiamo fisiologicamente la necessità di riservare una parte di tempo a una sorta di assestamento, affinché le novità possano essere capite, metabolizzate, consolidate e – naturalmente – messe in pratica nel modo più opportuno.

IL SECONDO OBIETTIVO (non per importanza): ottimizzare e migliorare alcune procedure in modo che ci sia vantaggio per tutti.

Prima dell’estate scrivevo che a volte – analizzando i dati – ci si rende conto che magari non ha senso andare a investire ulteriormente in macchinari, robot e automazioni di vario genere per ridurre le tempistiche produttive (che poi è quello uno degli obiettivi primari di un po’ tutte le imprese manifatturiere). E questo perché ci sono molte altre fasi dell’intero processo – dove per intero processo intendo quello che va dalla conferma di un ordine alla consegna della merce al cliente – che potrebbero essere velocizzate (spesso anche solo semplicemente svolgendo le stesse identiche attività in modo leggermente diverso).

Ebbene, quello che vogliamo cominciare a fare in questa seconda parte dell’anno (e che continueremo a fare per sempre) è proprio questo: individuare, sulla base dell’analisi dei dati raccolti, quante sono le bolle di inefficienza, dove sono e come ridurle. Partendo dal presupposto che sia naturale e fisiologico che nei processi che tutte le imprese mettono a punto, vengano a crearsi delle bolle di inefficienza. E questo sostanzialmente perché, per come la vedo io, non può esistere un punto zero in cui è tutto perfetto.

Non ho mai creduto a chi dice di lavorare a inefficienza zero. In un’azienda c’è sempre qualcosa che può essere migliorato. E questo accade perché le aziende evolvono.

È stata aggiunta un’attività che prima non veniva svolta. Oppure è stato implementato un reparto, o anche solo aggiunto un macchinario. L’esistenza di un’azienda che possa dire di aver risolto al 100% i suoi problemi di inefficienza mi pare davvero un po’ troppo utopico…

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

C’è una bella differenza tra misurare un ingranaggio e certificarlo

La misurazione serve a monitorare il livello qualitativo dei pezzi durante il processo produttivo, la certificazione invece ad attestarne in modo ufficiale la qualità a fine lavorazione. Due attività diverse, che insieme contribuiscono a garantire il livello del prodotto finale.

Un pensiero positivo per ripartire

Un po’ di fortuna di sicuro non guasta. Ma certo è che da sola non basta: serve costanza, la capacità di cogliere i segnali giusti, la volontà di correre qualche rischio. Ma, soprattutto, serve la determinazione a non restare mai fermi.

Perché il marketing digitale continua a non essere preso sufficientemente sul serio?

Molte PMI investono somme importanti in iniziative digitali senza comprendere davvero dove vanno a finire i soldi, né quali risultati ottengono, semplicemente perché non sono sufficientemente preparate in materia. Il rischio è che approvino investimenti sbagliati, finendo magari anche per trarre conclusioni affrettate come “il marketing digitale non funziona nel B2B” Niente di più falso.