La situazione attuale è quella che descrivevo qualche settimana fa: una sorta di overbooking di commesse e classiche dinamiche operative completamente “stravolte”.
C’è però una cosa che va sottolineata. La mia impressione (e non credo sia solo mia) è che,
in buona parte, non si tratti di ordini reali, bensì di ordini virtuali.
Voglio dire che sicuramente nell’ultimo anno la produzione generale delle aziende è aumentata parecchio (e MICROingranaggi ne è la conferma). A colpirmi però sono le aziende che ordinano oggi pezzi che dovranno essere consegnati fra un anno, per esempio entro e non oltre marzo 2023!
Ebbene, credo che fare un ordine oggi con deadline di consegna marzo 2023 significhi non avere urgenza di ricevere il prodotto finito. Con ogni probabilità, inoltre, quelle stesse aziende – in una situazione normale – avrebbero emesso l’ordine pochi mesi prima della consegna (cosa che invece adesso viene fatta con un anno di anticipo).
Strano? Verrebbe da dire di sì, ma – con i tempi che corrono – nemmeno tanto.
Perché è naturale e fisiologico che – tra crisi delle materie prime e caro energia – un’azienda “si porti avanti”.
La conseguenza di questa dinamica per noi produttori però è piuttosto problematica, e lo è non solo da un punto di vista organizzativo, ma anche per una questione di costi.
Vi faccio un esempio. Se per un ordine che ricevo da un cliente con deadline di consegna marzo 2023 devo sottoporre gli ingranaggi a un trattamento termico (tra i processi più energivori in assoluto, dove il costo dell’energia cuba per il 65% sul totale), riceverò dal mio fornitore un preventivo sulla base del prezzo attuale dell’energia, e non su quello che avrà a marzo del prossimo anno quando quel trattamento termico dovrà effettivamente essere fatto.
E questo ha una conseguenza ben precisa:
emettendo l’ordine con così largo anticipo, il mio cliente avrà da me un prezzo stabilito e bloccato sulla base della situazione attuale. Prezzo che però – con la volatilità che caratterizza il mercato di oggi – potrebbe essere ben diverso da quello che avrebbe ricevuto se il preventivo lo avessi emesso tra un anno.
Chissà,
magari i costi di energia e materie prime nel giro di un anno scenderanno, ma potrebbero anche salire. Col risultato che è diventato quasi come giocare in borsa.
È un po’ come se fosse tutta una bolla. Sono curioso di sapere se navigate anche voi in queste acque…