Nelle ultime settimane abbiamo parlato dell’erronea associazione tra ‘rumore elevato e ingranaggi errati o di scarsa qualità’ e delle cause di rumorosità di motoriduttori di piccolissime dimensioni, temi su cui ci sarebbe davvero molto da dire. Ed è proprio da uno dei commenti che ho letto recentemente che prendo spunto per il post di oggi. Chi lo ha scritto suggeriva di
utilizzare ingranaggi in materiale plastico per ovviare alla rumorosità di una trasmissione.
Vero! Ed è proprio da qui che vorrei partire per fare un discorso più ampio.
Sebbene la mia vita trascorsa in officina meccanica mi porti a una predilezione verso i materiali metallici, non posso – come progettista – ignorare l’enorme evoluzione dei materiali plastici avvenuta negli ultimi anni. Oggi abbiamo a disposizione plastiche con capacità di resistere a un uso continuo a temperature di 300°C, con buone stabilità dimensionali, caratterizzate da un’ottima resistenza ad aggressioni chimiche, o, ancora, corredate dall’approvazione FDA (Food and Drug Administration) per il contatto con alimenti o addirittura con biocompatibilità e via dicendo.
I tecnici addetti ai lavori sanno bene che gli ingranaggi costruiti in materiale plastico hanno la capacità di smorzare la rumorosità e abbattere la trasmissione di vibrazioni a fronte spesso di costi contenuti (la realizzazione tramite stampaggio a iniezione per lotti consistenti è infatti molto economica). L’utilizzo di componenti di tali materiali, però, non dovrebbe – a mio avviso – essere preso in considerazione unicamente per ragioni economiche, ma anche e soprattutto per affiancare alle costruzioni classiche in metallo soluzioni tecniche in grado di risolvere una gran quantità di altre problematiche (ovviamente dove le forze in gioco lo permettono).
Credo infatti sia importante aggiungere che optare per materiali plastici al posto di quelli metallici spesso non consente di contenere i costi, anzi. Non è raro trovarsi nella situazione opposta, vista la qualità e il livello prestazionale di alcuni prodotti presenti oggi sul mercato.
Vien da sé che non si tratta di un discorso che vale per tutte le tipologie di plastiche come i normali polimeri amorfi o termoplastici, bensì per prodotti tecnici evoluti come VESPEL®, PEEK® e altri.
L’alto livello qualitativo che può raggiungere un ingranaggio dipende solo in minima parte dalla tipologia di materiale utilizzato, quanto piuttosto dalla tecnologia costruttiva adottata. In MICROingranaggi, per esempio, produciamo ingranaggi in materiale plastico utilizzando macchine utensili che consentono di raggiungere gradi di qualità molto simili a quelli che caratterizzano le componenti metalliche.
Di gran lunga diverso è invece il caso in cui tali componenti vengono realizzati tramite stampaggio a iniezione per grandi serie, dove, in genere, si raggiungono qualità più modeste o, in molti casi, anche decisamente basse.