Da cinquant’anni MICROingranaggi progetta e produce microcomponentistica meccanica ed elettromeccanica di precisione. Non lo scrivo per fare pubblicità alla mia azienda, né tantomeno perché sento la necessità di spiegarvi quello che facciamo (anche perché è probabile che molti di voi già lo sappiano).
La ragione per cui ne parlo è che, in tutti questi anni, mi accorto di una situazione piuttosto ricorrente:
un potenziale cliente ci contatta per avere il preventivo per la produzione di un determinato componente meccanico, ma, nel farlo, ci invia un disegno incompleto.
La dinamica a cui assistiamo, in genere, è la seguente.
Il buyer di una potenziale impresa cliente di MICROingranaggi riceve dal suo ufficio tecnico il disegno del pezzo di cui si è resa necessaria la fornitura e lo invia a tre o quattro diversi possibili fornitori per richiederne il preventivo, con l’obiettivo – com’è facile immaginare – di acquistare quel pezzo al minor costo possibile.
Chi riceve quel disegno, però, si rende conto che in realtà è incompleto. Che mancano, cioè, alcuni dei dati fondamentali necessari per emettere un preventivo corretto. E per ‘dati fondamentali’ intendo informazioni estremamente importanti come l’indicazione del materiale, le tolleranze geometriche, le tabelle di dentatura, le finiture superficiali, e così via.
Cosa succede in questi casi? Accade che l’interpretazione di quel disegno diventa a discrezione di chi lo legge.
Vale a dire, cioè, a discrezione di chi successivamente dovrà completarlo con i dati che mancano per poter emettere un preventivo.
La quotazione, a sua volta, dovrà essere estremamente dettagliata per giustificare al potenziale cliente a che cosa corrisponde quel prezzo. Vien da sé, però, che
quando vengono coinvolte più aziende nell’emissione di uno stesso preventivo e il disegno di partenza è incompleto, il più delle volte le quotazioni emesse sono estremamente diverse le une dalle altre, proprio perché le interpretazioni date a quello stesso disegno risultano differenti.
E quindi di quale componente ha realmente bisogno l’impresa cliente? Generalmente è molto difficile da stabilire a priori, specie se il buyer fa la sua scelta senza consultare l’ufficio tecnico della sua azienda, ma basandosi principalmente sull’offerta più allettante dal punto di vista economico.
In molti di questi casi la conseguenza è che il pezzo acquistato e fatto produrre si riveli, poi, non idoneo all’applicazione per cui era stato richiesto.
A quel punto, però, la fornitura non è più contestabile, poiché non si può contestare qualcosa che non è stato specificatamente indicato in partenza, soprattutto quando il pezzo che poi viene fornito è conforme al disegno.
Penso sia importante, quindi, ribadire ancora una volta l’importanza di saper redigere una descrizione completa dei componenti di cui si ha bisogno.
Vi siete mai trovati in una situazione come questa? Cosa ne pensate?
5 risposte su “Come interpretare correttamente un disegno incompleto nella produzione di ingranaggi”
Penso sia fondamentale che qualsiasi disegno, dal più semplice al più complesso, sia compilato in tutte le sue parti: quote, tolleranze, trattamenti, etc. Mi ricordo che in passato ho collaborato con una ditta importante che era solita stampigliare su tutti i disegni la scritta: IL DISEGNO NON SI INTERPRETA. Purtroppo è consuetudine, soprattutto con i fornitori abituali,e per abbreviare i tempi, fornire disegni non del tutto completi, tanto sanno come fare i pezzi. Il problema nasce quando ci si rivolge a qualcun altro che non conosce bene il prodotto e, quindi, ha bisogno di TUTTE le informazioni. Il disegno è alla base della realizzazione della macchina o dell’attrezzatura. Non è una perdita di tempo fare bene un disegno, ma, al contrario,è un aiuto per la buona riuscita del prodotto.
Certamente, Enrico. Non solo realizzare un disegno completo è un aiuto fondamentale per la buona riuscita di un prodotto, ma consente anche di evitare inutili sprechi di denaro (a volte anche abbastanza consistenti) per componenti che poi si rivelano essere non idonei all’applicazione in questione e pertanto inutilizzabili.
Un problema piuttosto diffuso e che chi deve decidere ragiona da ragioniere anzichè da tecnico pertanto le scelte propendono dal lato economico il quale si rivela esattamente antieconomico a lungo termine (bisogna rifare tutto o quasi.
Nel caso specifico bisognerebbe contattare il committente far notare il problema e proporre la probabile soluzione, fra competenti non si dovrebbero avere problemi.
Sono d’accordo: spesso capita che chi ha commissionato il lavoro si trovi poi a dover rifare tutto e di conseguenza a dover pagare tutto un’altra volta.
Il primo passo, come dice lei, è assolutamente quello di cercare di approfondire l’argomento con chi ha fatto il disegno. Devo dire, però, che in tanti anni mi sono accorto che capita abbastanza spesso che chi manda un disegno incompleto lo fa anche perché non ha le idee molto chiare in partenza sul tema. Pertanto non sempre un contatto diretto con l’interessato, pur essendo la prima cosa da fare, può essere di aiuto.
Buonasera, nel mio piccolo assolutamente non eseguo se non ci sono tutti i dati necessari. Concordo con il fatto che spesso i committenti non hanno le idee chiare ma a quel punto, vedendo la mancanza di un dato “sensibile” o il quale se interpretato ad arbitrio seppur con esperienza può comunque generare risultati diversi, fermo tutto e doverosamente contatto il cliente per chiarimenti o quantomeno aiutarlo a trovare un compromesso se non nozionato.
Il problema emergente che invece mi disturba è il fatto che si cade facilmente in consulenze gratuite che sconfinano ben oltre il necessario chiarimento.
Difficile trovare un equilibrio a quel punto, ma vi assicuro che lo sopporto meglio che aver eseguito ad arbitrio e sentirmi poi anche contestare il risultato.