Produzione di ingranaggi tramite additive manufacturing: opportunità e limiti

La tecnologia nell’ambito dell’additive manufacturing sta evolvendo abbastanza velocemente, questo è vero, ma i passi avanti fatti in termini di precisione non sono – in proporzione – poi così tanti.

Trent’anni fa mi dissero che i micro ingranaggi che realizzavamo da macchina utensile sarebbero spariti perché sostituiti da quelli in plastica. Quindici anni dopo mi sentii dire nuovamente che sarebbero scomparsi, questa volta sostituiti dai sinterizzati metallici. Oggi mi dicono che spariranno, rimpiazzati da ingranaggi o da altri ipotetici “componenti” in grado di trasmettere il moto, realizzati attraverso la tecnologia di additive manufacturing.
Il mercato degli automatismi è in costante crescita, questo è indubbio. Ma il futuro, in questo caso, è davvero difficile da prevedere.

Intanto però posso provare a

rispondere a chi si domanda se effettivamente i micro ingranaggi realizzati da macchina utensile potrebbero essere sostituiti da quelli realizzati attraverso l’additive manufacturing.

Oggi come oggi vedo che le macchine che usano questa tecnologia disponibili sul mercato hanno ancora tolleranze troppo approssimative per chi fa microcomponentistica meccanica di precisione. Diciamo intorno al decimo di millimetro che, per quanto possa essere un ottimo risultato per svariati settori o nicchie di mercato, per noi è ancora decisamente una tolleranza troppo ampia.

La tecnologia nell’ambito dell’additive manufacturing sta evolvendo abbastanza velocemente, questo è vero, ma

i passi avanti fatti in termini di precisione non sono – in proporzione – poi così tanti.

Sono migliorate le performance delle macchine in termini di velocità di produzione, sono diminuiti – sempre in proporzione – i costi degli impianti, ma in quanto a precisione siamo ancora decisamente lontani dagli standard necessari alla micromponentistica meccanica e forse addirittura al campo degli ingranaggi in generale.
Quindi, affinché questa tecnologia possa essere utilizzata nel nostro comparto, deve ancora passare del tempo. Probabilmente in futuro ci si arriverà, ma – a parer mio – non nel breve periodo.

Vi faccio un esempio pratico. Il livello di precisione che raggiungono i componenti che produciamo è abbastanza simile a quello dell’ingranaggeria per orologeria: le componenti che vengono montate nei meccanismi di un orologio, come penso possiate bene immaginare, devono essere molto piccole, precise e levigate molto bene, devono scorrere perfettamente senza attriti e via dicendo. Pensate davvero che l’additive manufacturing possa raggiungere questi risultati?

Al contrario, penso che l’additive manufacturing sia un’ottima tecnologia per la realizzazione di prototipi o di pezzi collaterali a quelli che, per esempio, produciamo in MICROingranaggi. Non molto tempo fa abbiamo fatto realizzare tramite AM dei pezzi di materiale plastico da apporre in mezzo a due ingranaggi, progettati per essere inseriti nella pinza di un robot collaborativo. La precisione raggiunta dal fornitore a cui ci siamo rivolti è stata più che soddisfacente a fronte di un costo decisamente inferiore rispetto a quello che avremmo dovuto affrontare nel caso avessimo fatto realizzare appositi stampi.

Io so che il mercato degli automatismi cresce sempre, poi per il futuro vedremo…

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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