Non ho mai capito quale fosse veramente il motivo, ma MICROingranaggi ha sempre avuto un ritardo temporale rispetto alle situazioni economiche negative che coinvolgevano tutto il mondo (o quasi). Ritardo che, in qualche modo, ci ha sempre permesso di vedere la crisi prima che ci potesse travolgere e quindi giocare d’anticipo.
Quando, per esempio, nel 2007/2009 mi resi conto che qualcosa di grande stava per capitare, feci un ragionamento che seguì più la “pancia” che la testa.
Se la situazione avesse portato a un crollo totale dell’economia – pensai all’epoca – allora anche la mia azienda sarebbe probabilmente fallita come la maggior parte delle imprese di tutto il mondo, e – a quel punto – aver continuato a investire avrebbe soltanto anticipato quel fallimento inevitabile. Ma se invece – come poi fortunatamente è stato –
l’economia si fosse poi ripresa, allora con alcuni investimenti strategici alle spalle saremmo stati più pronti, più attrezzati e più forti per ripartire in quarta con un vantaggio competitivo non indifferente.
Ora, per MICROingranaggi in particolare, fare oggi un ragionamento come quello di allora è un po’ più complesso.
Questa crisi – quella del Coronavirus – è infatti diversa. È arrivata dall’oggi al domani e ha colpito tutto e tutti in un modo nuovo, portandosi dietro quell’incertezza globale che non tocca solo i mercati, ma anche la sfera della salute. Che lascia un’incertezza non indifferente per il futuro, perché molto dipenderà da come evolverà l’epidemia in sé, e quindi da qualcosa su cui non siamo ancora in grado di avere il controllo.
Non c’è una storicità, partiamo tutti dallo stesso livello, che è zero. Nessuno è esperto, nessuno conosce in anticipo soluzioni assolute, e quindi nessuno può offrire una valida consulenza, proprio perché tutto è nuovo per tutti. È così, punto. Nonostante si continuino a fare ipotesi e previsioni.
Come tutti gli altri, quindi, neppure noi abbiamo la soluzione.
Le crisi però sono un male necessario per ogni imprenditore. Ciclicamente ritornano, sempre. Per cui bisogna lavorare quando il mercato tira e adottando accorgimenti oculati.
Prima di augurare buona estate a tutti, voglio condividere con voi quelli che pensiamo siano più importanti e a cui quindi teniamo di più.
1. Essere presenti in molti settori economici, anche molto diversi tra loro.
2. Avere un grande numero di clienti e, possibilmente, diversificati per area geografica.
3. Investire in personale qualificato, formazione, retribuzione e soddisfazione. Le risorse umane devono essere messe al primo posto, perché le competenze sono indispensabili per ogni attività.
4. Prestare molta attenzione a ciò di cui il mercato ha bisogno: dobbiamo essere disposti a fornire quello il mercato chiede, e non quello che piace a noi.
5. Tenere sotto controllo la liquidità aziendale e accantonare, per quanto possibile, gli importi dei TFR, investendoli a basso reddito – tendenzialmente sicuro – e con la possibilità di avere un capitale a garanzia.
6. Creare valore aziendale e differenze competitive che rendano la tua azienda quasi unica sul mercato.
7. Mantenere marginalità minime accettabili, ma inderogabili e al di sotto delle quali bisogna rinunciare alla commessa (e, se necessario, anche al cliente).
8. Puntare molto sulla reputazione aziendale: è sempre importante, ma nei momenti difficili fa la differenza.
9. Creare una filiera di fornitori affidabili a affezionati, instaurando un rapporto collaborativo, continuativo e serio.
10. Non smettere mai di investire per crescere e migliorarsi, tenendo presente problematiche e priorità. Ci possono essere periodi migliori e altri meno per gli investimenti, ma è un obiettivo inderogabile.