Parlare di obiettivi di miglioramento per un’azienda senza analisi dei dati è pura fantascienza

In prima istanza è opportuno decidere quali dati raccogliere. Poi questi dati devono essere analizzati, quindi letti e capiti senza fraintenderli. E, infine, è fondamentale trarre dall’analisi le giuste conclusioni in modo che possano essere trasformate in azioni concrete volte al miglioramento operativo.

Spesso si tende a pensare che per fare più velocemente qualcosa, basti automatizzarla. Quindi, nel caso di un’azienda manifatturiera, si tende a pensare che sia sufficiente continuare a investire in tecnologie di produzione.
Verissimo. Nella gran parte dei casi, infatti, è proprio così.

A volte, però, ci si rende conto che magari non ha senso andare a investire ulteriormente in macchinari, robot e automazioni di vario genere per ridurre le tempistiche produttive, per esempio del 10, 15 o 30%, perché ci sono molte altre fasi dell’intero processo – dove per intero processo intendo quello che va dalla conferma di un ordine alla consegna della merce al cliente – che potrebbero essere velocizzate (spesso anche solo semplicemente svolgendo le stesse identiche attività in modo leggermente diverso).
Dico potrebbero (al condizionale), perché poi non è detto che ciò sia effettivamente possibile.

Ma come fare a capire dove intervenire?

Come comprendere dove c’è margine di miglioramento? Sempre e solo attraverso i dati.

Ne parlo perché, come alcuni di voi ricorderanno, alcuni anni fa abbiamo di fatto trasformato MICROingranaggi in una fabbrica 4.0 a tutti gli effetti e oggi – a distanza di qualche tempo – le informazioni che abbiamo raccolto iniziano a dirci qualcosa di concreto. Qualcosa di cui prima avevamo solo la percezione, e che ora ci viene confermato proprio dai dati.

Ecco, devo dire che leggere quello che ci dicono questi dati fa un certo effetto. In senso positivo, naturalmente.

Parlare di obiettivi di miglioramento per un’azienda, infatti, senza analisi dei dati è pura fantascienza.

La cosa importante è naturalmente che il processo di raccolta e analisi avvenga correttamente, in maniera pianificata, rigorosa e ragionevole.

Quindi

in prima istanza è opportuno decidere quali dati raccogliere. Poi questi dati devono essere analizzati, quindi letti e capiti senza fraintenderli. E, infine, è fondamentale trarre dall’analisi le giuste conclusioni in modo che possano essere trasformate in azioni concrete volte al miglioramento operativo.

A fronte di tutto questo,

se penso che ci sono realtà guidate da persone che pensano di notte le attività operative da mettere in pista il giorno dopo (e vi assicuro che esistono), ecco… mi domando come possano davvero pensare di far fronte alla gran parte delle sfide che il futuro riserva.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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