Ogni tipo di lavoro proposto, ogni commessa, e ogni cliente dovrebbero essere valutati sul lungo periodo

Per come la vedo io un cliente nuovo che dà tanto valore aggiunto deve essere valutato attentamente e, piuttosto, inserito al posto di qualcun altro che magari in quel determinato momento consente di marginare di più, ma non offre possibilità di crescita, un futuro, o che lavora in un settore merceologico destinato a decrescere.

Lamentarsi appena il lavoro scende, ma anche appena il lavoro sale (il famoso “bisogna fare attenzione a non prendere lavori nuovi…” che a me fa sempre un po’ accapponare la pelle). Purtroppo le aziende che hanno questa mentalità non sono poche, ma io francamente fatico a comprenderla. Voglio dire… è normale che il lavoro aumenti o diminuisca, ma anche questo fa parte del gioco, no?
In generale credo che, indipendentemente dal settore merceologico di rifermento dell’azienda in questione,

ogni tipo di lavoro che viene proposto, ogni tipo di commessa, e – più in generale – ogni tipo di cliente dovrebbe essere valutato sul lungo periodo.

Niente e nessuno dovrebbe essere escluso a priori. Così come – naturalmente – niente e nessuno dovrebbe essere accettato a prescindere.
Si tratta di un’azienda solida? Tecnologicamente avanzata? Con buone prospettive per il futuro?
Il settore in cui opera è potenzialmente in crescita? O sul lungo periodo potrebbe andare a decrescere?

Da non sottovalutare è poi sicuramente il discorso delle marginalità.
Ci sono clienti che permettono di marginare poco, clienti che permettono di marginare il giusto e clienti con i quali – vuoi per il tipo di commessa, vuoi per un know-how già acquisito – è possibile marginare di più.

Questo vale per tutti e va certamente tenuto in considerazione.

Diciamo che io parto sempre dal presupposto che un lavoro non dovrebbe essere rifiutato e un cliente non dovrebbe essere lasciato andare. Ma occhio sempre alle condizioni di contorno.

A volte non c’è scelta ed è meglio lasciar andare.
E, soprattutto, non sempre deve esserne fatta una questione prettamente economica.

Per come la vedo io

un cliente nuovo che dà tanto valore aggiunto deve essere valutato attentamente e, piuttosto, inserito al posto di qualcun altro che magari in quel determinato momento consente di marginare di più, ma non offre possibilità di crescita, un futuro, o che lavora in un settore merceologico destinato a decrescere.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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