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Dal settore Punti di vista

Non accettare una commessa quando…

Mi domando e vi domando: conviene sempre e comunque accettare una commessa? La risposta è no. Lavorare è importante, questo è indubbio. Abbiamo voglia di far crescere la nostra realtà, senza contare le responsabilità che il più delle volte abbiamo nei confronti di chi lavora con noi.
Tutte queste ragioni ci spingono a fare il possibile per accontentare i nostri clienti, eppure

ci sono casi in cui accettare una commessa non conviene.

Per quella che è la nostra esperienza, sono quattro le ragioni principali.

UNO
Partiamo da quella che forse è la più banale anche se spesso non così scontata. Lavorare sottocosto non conviene. Mai. A meno che non si abbiano ragioni particolari, come per esempio quella di essere in una situazione di tale carenza lavorativa da non avere alternative in quel momento. Oppure come quella di decidere di accettare una commessa a un prezzo più basso con l’obiettivo di prendere un determinato cliente. L’importante in quest’ultimo caso è prestare la massima attenzione e mettere le cose in chiaro subito con il nostro interlocutore (scongiurando così il rischio di creare precedenti).

DUE
A un produttore non conviene accettare una commessa neppure quando gli viene chiesto di realizzare un assieme in cui la componentistica prodotta internamente è inferiore ad almeno il 50% del valore totale del prodotto. Questa non è una regola assoluta e soprattutto va presa in considerazione solo nel caso in cui non si è un’azienda commerciale (come MICROingranaggi). Dover mettere, per esempio, il nostro ricarico sul 90% del lavoro ci metterà nella condizione di non essere competitivi (proprio perché non siamo distributori, ma produttori), portandoci a dare un’immagine sbagliata della nostra azienda, che apparirà erroneamente troppo costosa.

TRE
Accettare una commessa poi non conviene nemmeno nel caso in cui si abbiano limitazioni tecniche. Quando, più precisamente, quello che ci viene richiesto non è totalmente compatibile con le nostre attrezzature di produzione. Immaginate per esempio che vi venga chiesto di produrre una serie di pezzi con tolleranze talmente strette che, per le attrezzature di cui siete dotati, non poter garantire.

QUATTRO
Vorrei infine dedicare un approfondimento a sé a una specifica limitazione tecnica: il caso dei lotti di produzione non commisurati alla capacità produttiva della nostra officina. È il caso per esempio in cui le nostre macchine supportano la produzione di decine o centinaia di pezzi al massimo e la richiesta che riceviamo è di grandi serie. E – viceversa – è anche al caso in cui le nostre linee produttive sono tali per cui diventa controproducente attivarle per realizzare una piccola serie.
Generalmente è difficile che un’azienda sia competitiva in entrambi i casi. Di solito la specializzazione è l’una o l’altra e chi ci chiede un’offerta lo sa. Detto ciò, può comunque capitare (a noi è successo) di ricevere richieste di questo genere.
In casi come questi rinunciare alla commessa in partenza non conviene, anche perché – se ben gestita – potrebbe trasformarsi in una concreta possibilità di crescita. Al tempo stesso fare un’offerta senza essere debitamente attrezzati ci porterebbe inevitabilmente ad alzare troppo i prezzi rendendoci non più competitivi. Immaginate per esempio il caso in cui l’assemblaggio avvenga manualmente: il costo relativo a questa operazione resta fisso indipendentemente dal numero di pezzi da assemblare, facendo lievitare enormemente il prezzo finale.
Quindi? Siamo chiari e trasparenti con il cliente dall’inizio e facciamogli un’offerta iniziale relativa al quantitativo che sappiamo di poter sostenere, con l’obiettivo di arrivare alla produzione di serie sempre più grandi gradualmente, magari nel corso di anni di lavoro e magari proprio grazie a un accordo ben preciso con quello stesso cliente. Accordo che ci permetterà di investire gradualmente e crescere.

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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