Noi italiani siamo tendenzialmente abituati a piangerci addosso

Ma chi sostiene che negli altri paesi si stia meglio è, secondo me, qualcuno che non ha viaggiato abbastanza, che lo ha fatto senza guardarsi realmente intorno, o che non ha le idee ben chiare. Ci si può trasferire in un altro paese e viverci benissimo. Questo è indubbio. Ma tutt’altro discorso è che negli altri stati sia tutto positivo e da tutto negativo.

Il mio personalissimo giudizio su quello che fa il nostro governo non è totalmente positivo, né totalmente negativo.
Ci sono manovre a parer mio sbagliate, e ce ne sono altre preziose (penso per esempio alle agevolazioni fiscali per l’industria 4.0 degli ultimi anni).

Ma questo – in linea di massima – credo sia ciò che accade un po’ tutti i paesi:

salvo situazioni limite infatti, il governo di qualsiasi epoca storica e di qualunque nazione fa scelte popolari e impopolari, giuste e sbagliate, condivisibili e non.

Noto però una differenza tra quello che avviene in Italia e quello che accade invece negli altri stati.
Quando il governo di una nazione decide di intervenire in supporto delle sue imprese – vuoi per il rischio di un default imminente o in concomitanza di eventi esterni avversi come è stata la pandemia degli ultimi anni, o semplicemente per sostenerle – lo fa in modo discreto, senza pubblicizzarlo.
Noi – al contrario – abbiamo sempre le “bandiere in piazza”. Con la conseguenza che finisce per passare un messaggio sbagliato, ovvero che il Governo italiano deve intervenire in supporto delle imprese in difficoltà perché altrimenti da sole non ce la farebbero.

In generale, infatti, quando il governo di un paese fa qualcosa che è meglio che non si sappia (qualunque sia la ragione), semplicemente evita di raccontarlo ai quattro venti.
E lo fa con il supporto dei media. Perché, nella gran parte dei casi, i media stanno dalla parte del paese di cui fanno parte e agiscono di conseguenza.
Da noi, purtroppo, non è sempre così. Sui nostri media ci sono denunce continue, e mai proposte. Quindi mi domando: a che pro?

La mia impressione è che

noi italiani siamo tendenzialmente abituati a piangerci addosso. Amiamo mettere l’accento su tutto ciò che è negativo.

Ci sono situazioni peggiori e situazioni migliori. Governi peggiori e governi migliori. Ma è così da tutte le parti.

“La gente sta andando tutta all’estero”. “Fuga dei cervelli dall’Italia”. “Negli altri paesi si sta meglio”.
Ecco, chi sostiene questo è, con molta probabilità, qualcuno che non ha viaggiato abbastanza, che lo ha fatto senza guardarsi realmente intorno, o che non ha le idee ben chiare.
Ci si può trasferire in un altro paese e viverci benissimo. Questo è indubbio.
Ma tutt’altro discorso è che negli altri paesi ci siano solo cose positive e da noi solo aspetti negativi.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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