Macchine utensili: investire in velocità o stabilità? La scelta giusta per la produzione di ingranaggi

Se una macchina utensile è molto veloce, ma non stabile, rischia di rivelarsi l’investimento sbagliato. Ora vi racconto quella che è stata la nostra esperienza.

È meglio investire in una macchina utensile più veloce oppure più stabile?
Ora vi racconto quella che è stata la nostra esperienza. Esperienza che, in quanto tale, non vuole affatto essere una verità assoluta.

Non molto tempo fa mi hanno chiesto quali trend stessi notando a livello tecnologico. Ebbene, la verità è che

non sto notando grandi innovazioni, quanto piuttosto piccoli miglioramenti continui generalizzati. Miglioramenti che magari sono poco visibili in apparenza, ma che – sommati tra loro – fanno la differenza. In particolare stiamo riscontrando nei nuovi macchinari una maggiore attenzione alla rigidità che, molto spesso, aumenta la capacità produttiva ben di più rispetto a un aumento della velocità operativa.

Perché questo confronto? Perché per parecchio tempo il mercato industriale dei macchinari ha spinto sul parametro “velocità operativa” come chiave di marketing. Ecco, io temo che questa scelta commerciale – oltre un certo limite – finisca per cadere nell’errore tecnico.
Voglio dire che chi sta acquistando una moto oppure un’auto sportiva potrebbe basare la sua scelta su performance come velocità assoluta, ripresa o accelerazione, pur trattandosi di parametri che difficilmente andrà davvero a sfruttare. Posso avere una macchina che raggiunge i 300 km orari, ma se il limite massimo è di 130 in autostrada, potrò pensare per un attimo di spingermi un po’ oltre, ma poi tutto si fermerebbe lì.

Con una macchina utensile non posso fare un esempio identico, bensì analogo.
Portare al limite massimo della sua velocità una linea di imballaggio o di assemblaggio a discapito della sua stabilità, molto probabilmente metterà gli operatori nella condizione di dover rallentare per non incorrere in costosi fermi macchina.

Al contrario

una maggiore rigidità del macchinario porterà ad avere minori vibrazioni, maggiore durata degli utensili, e quindi meno fermi e meno costi. Senza contare che si otterrebbe anche una maggiore affidabilità del ciclo produttivo con conseguente riduzione dei controlli di qualità e quindi, nuovamente, minori costi commesse.

In passato ci siamo trovati a dover scegliere fra due torni analoghi prodotti da due case differenti. La prima proponeva una macchina più veloce. La seconda una macchina più stabile. Ebbene dopo attente valutazioni abbiamo optato per la seconda. Ci siamo resi conto infatti che – a parità di pezzo prodotto – quella più veloce perdeva, da un lato, in stabilità e, dall’altro, consumava prima gli utensili, obbligando di fatto l’operatore a fermare più spesso la linea per andarli a sostituire. Il risultato era che se a fine giornata il tornio più veloce produceva più pezzi rispetto a quello più stabile, alla fine della settimana il risultato era ribaltato.

Morale:

per quella che è stata la nostra esperienza, se una macchina utensile è molto veloce, ma non stabile, rischia di rivelarsi l’investimento sbagliato.

Perciò il mio consiglio è quello di non farsi trarre in inganno da chi propone tempistiche produttive “impressionanti” e di chiedere l’accettazione del bene solo ed esclusivamente a seguito di una prova e verifica che il macchinario sia stabile in quelle condizioni. Come è noto infatti, le bugie hanno le gambe corte…

Mi piacerebbe molto conoscere la vostra esperienza e il vostro punto di vista a riguardo.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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