Ora, non voglio entrare nel merito del fatto che sia stato giusto o sbagliato sospendere una manifestazione come MECSPE a pochi giorni dall’apertura dei cancelli e quindi in piena fase di allestimento.
E non voglio neppure entrare nel merito della perdita economica che tante aziende, MICROingranaggi inclusa, hanno dovuto sostenere per la piega che hanno preso gli eventi.
Faccio però tre considerazioni.
La PRIMA riguarda il perché avevamo deciso di partecipare comunque a questa fiera, pur mettendo in bilancio che la situazione sarebbe potuta precipitare e che la manifestazione avrebbe potuto essere annullata.
Come ho scritto la settimana scorsa, uno dei nostri principali intenti era quello di dare un segnale positivo:
lavoriamo con la mascherina, lavoriamo distanziati, lavoriamo in sicurezza, ma continuiamo a lavorare.
Anche perché questa pandemia è destinata a durare ancora diversi mesi (nella migliore delle ipotesi). Quindi forse è meglio adattarsi alla situazione e imparare a convivere con il virus, mettendo in atto tutte le misure di sicurezza possibili, piuttosto che fermarsi e sperare che tutto passi senza fare nulla.
La SECONDA considerazione riguarda il sistema fieristico italiano. Alla luce di quello che è appena accaduto, non posso che constatare che
il sistema fieristico del nostro paese in questo momento non è affidabile. Ma non a causa di errori imputabili agli enti fieristici come Senaf (organizzatore di MECSPE), anch’essi vittime di un sistema generale che non ha funzionato.
Pensiamo solo che il DPCM del 18 ottobre confermava MECSPE, dando di fatto il via ai lavori per un allestimento che avrebbe chiaramente richiesto tempo, soldi e risorse. Lavori poi annullati da un altro DPCM emesso solo pochi giorni dopo.
Mi riferisco quindi a scelte governative che, ancora una volta, non sembrano seguire un piano preciso, chiaro e condiviso; scelte in grado di portare all’annullamento di manifestazioni della portata di MECSPE a così pochi giorni dalla data di inizio, provocando, inevitabilmente, un notevole danno economico per molte imprese (espositori, allestitori, enti fieristici e via dicendo).
La TERZA considerazione è di carattere più generale e riguarda la gestione della pandemia da parte del nostro Governo.
È da marzo che, DPCM dopo DPCM, mi viene detto cosa devo fare e cosa non posso fare e io, come privato cittadino, ho sempre rispettato e sempre rispetterò le regole che mi vengono date. Idem per quel che riguarda la mia azienda, MICROingranaggi.
Sarà per la mia cultura, sarà per la mia etica, ma fatto sta ed è che se c’è una regola, sono portato a rispettarla.
Bene, a fronte di questo,
non ho mai sentito parlare di quali obiettivi e di quali regole avrebbero invece dovuto seguire e rispettare il Governo stesso e tutte le istituzioni coinvolte nei confronti dell’emergenza sanitaria.
I cittadini devono mantenere un distanziamento, devono tenere la mascherina, devono disinfettare le mani, e via dicendo. E il Governo e le istituzioni invece? Non hanno nulla da fare a livello di iniziative atte a tutelare la salute pubblica?
Non voglio essere polemico. Faccio solo una domanda.
Parlo, per esempio, dell’elaborazione, in collaborazione con il Ministero della Salute, di un piano strategico ben preciso, atto a raggiungere determinati obiettivi in termini di incremento dei posti letto in terapia intensiva negli ospedali italiani entro una data ben precisa. Perché è questo uno dei principali problemi che abbiamo al momento. Di nuovo.
Parlo, per fare un altro esempio, dell’acquisto di un determinato numero di tamponi e reagenti tale da poter soddisfare le necessità che era ovvio si sarebbero venute a creare nel momento in cui ci sarebbe stata una seconda ondata della pandemia. Perché è questo un altro grande problema che abbiamo. Di nuovo.
E ancora: parlo di un piano ben preciso atto a incrementare i controlli non solo dei cittadini che non rispettano le regole, ma anche delle imprese, degli esercizi pubblici, dei negozi e via dicendo. Altro problema che abbiamo. Di nuovo.
Il privato cittadino che viene trovato senza mascherina paga multe che vanno dai 400 ai 1000 euro. Ma cosa paga, invece, il funzionario di stato che doveva occuparsi del raggiungimento di determinati obiettivi in termini di posti letto in terapia intensiva e che oggi invece mancano? Che mi risulti, niente. Anzi! Nessuno ne parla, perché nessuno ha mai stabilito e condiviso obiettivi precisi.
Come privato cittadino, preoccupato per la situazione sanitaria generale, e come titolare di un’impresa che, come quasi tutte le altre, sta incassando in colpi di una crisi con pochi precedenti e che sta facendo tutto ciò che è in suo potere per andare avanti facendovi fronte, non posso e non voglio pensare che adesso, dopo una prima ondata pandemica come quella di marzo con tutto quello che si è portata dietro, si stia già parlando di carenza di posti letto negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva. E si stia già a da tempo parlando di mancanza di reagenti necessari per fare il tampone. E potrei fare tanti altri esempi, ma mi fermo qui.