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Io credo che un imprenditore che non sia ottimista non possa esistere

Bisogna trovare la forza di andare avanti senza interrompere progetti e il percorso che si ha in mente. La forza per non farsi condizionare troppo dalla situazione che ci circonda e andare avanti

Mi viene in mente un conoscente che ha una società di lavorazioni meccaniche conto terzi e che è pessimista oltre ogni misura.
Non lo vedo molto spesso, eppure credo che non mi sia mai capitato di avere avuto a che fare con lui senza essere stato reso partecipe di una lamentela o di un problema insormontabile che stava affrontando. Una volta a proposito di una nuova macchina installata e non funzionante come avrebbe dovuto, l’altra a proposito di un operaio prossimo all’assunzione, se non fosse stato per la poca voglia di lavorare.
Ma potrei andare avanti, perché di esempi ne avrei molti altri.

Ne parlo perché

io credo che un imprenditore che non sia ottimista non possa esistere. Tutti dovremmo esserlo. Ognuno a suo modo. Con alti e bassi, per carità. Ma chi fa l’imprenditore deve, secondo me, necessariamente essere ottimista.

Prendiamo il periodo che stiamo vivendo, per esempio. Con la pandemia, la crisi economica che si stava già facendo sentire da settembre dell’anno scorso e tutto il resto.
Bene, il momento storico economico non è dei migliori e su questo direi che siamo, bene o male, tutti d’accordo. Ma, non per questo, ha senso lasciarsi sopraffare dalla situazione.

Qualcuno di recente mi ha chiesto cosa mi aspetto dai prossimi mesi e se sono ottimista per il futuro.
Cosa accadrà nel breve periodo è davvero difficile da prevedere. In passato ho scritto che oggi è molto più difficile di un tempo fare previsioni a lungo termine, soprattutto a causa della velocità che il mondo del lavoro ha rispetto a una volta. Bene, quello che sta accadendo in questo momento ci sta portando ad avere ancor meno visibilità di prima.

Ciò nonostante, io sono ottimista. E lo sono perché la vita continua anche dopo ogni brutto periodo. La storia stessa ce lo mostra in ogni occasione, basta pensare alle guerre del secolo scorso.

Bisogna trovare la forza di andare avanti senza interrompere progetti e il percorso che si ha in mente. La forza per non farsi condizionare troppo dalla situazione che ci circonda e andare avanti.

Ogni giorno, fateci caso, accade qualcosa che in qualche modo potrebbe condizionare negativamente la nostra azienda da un punto di vista economico.
Voglio dire – in buona sostanza – che di situazioni potenzialmente ostacolanti ce ne saranno sempre, ma se ci facessimo condizionare da ciascuna di esse, se ci bloccassimo ogni volta, allora forse non faremmo più nulla.

Ciascuno, per quelle che sono le sue possibilità, le sue peculiarità, per il mercato in cui opera e via dicendo, dovrebbe trovare la freddezza per non farsi condizionare più di tanto e tenere lo sguardo rivolto dritto al futuro, dritto agli obiettivi prefissati.
Poi, per carità, un po’ di coscienza ci vuole e i piedi vanno tenuti sempre per terra. Perciò se pensassimo che è necessario prendere più tempo per un progetto, rimandare un investimento (attenzione: rimandare, non annullare) o quant’altro è giusto farlo.
Ma questo è un altro discorso. Qui si parla di FLESSIBILITA’ e la flessibilità deve sempre esserci (soprattutto a fronte di quello che sta accadendo, che comunque non è cosa da poco).

È fermarsi che è sbagliato. Se mi fermo vuol dire che sono troppo condizionato dagli eventi esterni. Vuol dire che allora forse proprio così convinto e sicuro di quello che stavo facendo non ero e che la situazione esterna diventa quasi una scusa, un alibi per smettere di fare determinate cose. Ma in questo caso allora forse i problemi sono altri. Sbaglio?

Quindi:

se sono convinto che questa sia la strada giusta, allora devo andare avanti.

Poi, per carità, di fronte a situazioni che non hanno soluzione, una soluzione non c’è davvero.

E l’aver deciso di partecipare comunque a MECSPE di fine ottobre – salvo contrórdini indipendenti da noi e nonostante le tante defezioni da parte di molti – rientra un po’ in questo discorso. Andiamo avanti, facciamolo con intelligenza, coscienza e in sicurezza. Ma non fermiamo tutto solo per paura!

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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