Macchine utensili: come scegliere tra un’attrezzatura dedicata o di uso flessibile

Nel post della scorsa settimana abbiamo parlato di controllo qualità e in particolare ci siamo chiesti se fosse meglio investire in una apparecchiatura dedicata o di utilizzo flessibile, giungendo alla conclusione che – quando si parla di controllo qualità – non si dovrebbe mai scendere a compromessi, e che pertanto sarebbe meglio optare per un’apparecchiatura dedicata. Il discorso è un po’ diverso nel caso delle macchine utensili.

A livello generale la filosofia potrebbe essere la stessa, va però fatta una considerazione.

Se parliamo di macchine utensili, il rischio derivante dalla scelta di un’apparecchiatura flessibile potrebbe essere che – non avendo la specializzazione di un macchinario dedicato – tale macchina potrebbe risultare più lenta e così anche la produzione. Il fatto però che un’apparecchiatura sia più lenta non significa che non sia ugualmente precisa e che quindi non faccia il pezzo in tolleranza, anzi! Il più delle volte è proprio il fatto di non dover spostare il pezzo da una macchina all’altra a consentirci di ottenere una maggiore precisione.

Lo svantaggio di scegliere una macchina flessibile, quindi, sarebbe unicamente quello di avere un aumento delle tempistiche di produzione. Ma si tratta davvero di un incremento così determinante? Dipende. Produrre un pezzo più lentamente può incidere molto se tale pezzo fa parte di una grande serie, ma non se invece si tratta di piccole serie o di prototipi (in quest’ultimo caso addirittura non si può praticamente parlare di differenze di tempistiche). Ecco perché ogni valutazione deve sempre essere calibrata sulla base della propria attività e delle relative casistiche operative.

Un classico esempio di macchina utensile flessibile è quella della macchina multitasking. Ormai da quasi un anno abbiamo installato nella nostra officina una NTX 1000 di DMG Mori, apparecchiatura flessibile per eccellenza.

A proposito di questa scelta qualche tempo fa scrivevo:
Oggi le macchine multitasking si sono molto evolute: sono più veloci, più precise e stanno diventando sempre più adatte alla lavorazione di serie più grandi (diciamo di media dimensione) e questo fa sì che siano molto più competitive rispetto a un tempo”.

A questo si aggiungono altri vantaggi. Il primo, come abbiamo detto, è quello di ottenere una maggiore precisione data dal fatto di poter lavorare il pezzo in un’unica presa. In secondo luogo avremmo una riduzione dei costi relativi sia al consumo energetico sia all’impiego del personale, a cui si aggiungerebbe la riduzione dell’ingombro in officina.
Il fatto di poter contare su una macchina flessibile ci consentirà, in caso di emergenze lavorative, di decidere di far fare a quella macchina diversi tipi di lavorazione a seconda delle necessità.

Fatte tutte queste considerazioni, però, ciascuno deve fare le sue valutazioni sulla base dalla propria esperienza e della propria attività. Voi cosa ne pensate? Nel caso in cui si debba necessariamente operare una scelta, sarebbe meglio investire in una macchina utensile dedicata oppure in un macchinario flessibile?

Dato che ormai manca poco, colgo infine l’occasione per augurare a tutti un buon Natale e un sereno 2017!

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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