Immaginiamo, progettiamo e realizziamo, dice lo slogan di MICROingranaggi.
Bene, oggi vorrei parlare della parte del nostro lavoro relativa alla progettazione, perché incontriamo ancora clienti che ritengono che questa specifica fase operativa non debba essere pagata.
Perché? Perché “tanto poi la produzione di quello che progettate la facciamo fare a voi”.
Ecco, diciamo che non è proprio così che funziona.
Voglio dire che
la progettazione di una soluzione studiata e realizzata per una specifica applicazione è una fase a sé stante, non necessariamente legata alla produzione.
E il cliente, una volta finito il progetto, ne sarà l’unico e il solo proprietario.
Noi infatti siamo soliti consegnare a chi ci ha commissionato il lavoro tutto quanto: disegni, quotazioni, materiali e via dicendo. Proprio perché il cliente non deve essere vincolato a noi, in quanto artefici del progetto. Deve scegliere noi anche per la produzione, solo se realmente convinto che siamo i fornitori ideali. Ma sempre nella piena libertà di decidere dove andare.
Certo, spesso chi progetta una soluzione poi – se strutturato per farlo – si occupa anche della produzione, ma le due cose non sono necessariamente legate.
Non far pagare un progetto è un errore che spesso si fa da giovani.
Errore che abbiamo fatto anche noi in passato nell’erronea convinzione che si trattasse di una buona idea e che poi il progetto si sarebbe ripagato in una fase successiva.
La verità è però che
lo sviluppo di un progetto è un lavoro, è un servizio ben preciso per il quale occorrono competenze, strumenti ed esperienza. E quindi deve essere considerato una commessa al pari delle altre.
Eppure, ancora oggi, per diversi clienti non è così chiaro e scontato il perché un progetto debba essere pagato.
E non solo. A questa va aggiunta un’altra considerazione molto importante.
Nel momento in cui sviluppiamo un progetto – indipendentemente dal settore di riferimento – facciamo pagare al cliente unicamente le ore impiegate per il lavoro (quindi il tempo oggettivo necessario allo sviluppo) e non l’idea, nata dal nostro know-how e dalla nostra esperienza, che sta dietro al progetto.
Per farvi capire esattamente cosa intendo, vi faccio un esempio pratico che riguarda il mio settore.
Mettiamo il caso che un cliente mi commissioni il progetto di un prodotto specifico, senza darmi indicazioni particolari. Mettiamo poi anche il caso che, nel progettarlo, mi venga un’idea su come realizzarlo per fare in modo che la sua produzione abbia un costo dimezzato rispetto a prodotti analoghi presenti sul mercato.
Ecco, in questo caso non solo avrò sviluppato un progetto ex-novo come da richiesta, ma – proprio grazie alla mia idea – porterò al mio cliente anche un notevole guadagno (derivante, appunto, dalla riduzione che avrà nei costi di produzione), di cui magari beneficerà per tanto tempo (o, quantomeno, fino a quando quel particolare verrà prodotto).
Bene, in un caso come questo, sarà solo il progetto a essere pagato; progetto inteso come l’insieme delle ore lavoro impiegate per il suo sviluppo. E NON l’idea, grazie alla quale il cliente potrà avere un vantaggio economico a lungo termine.
Forse però sarebbe anche l’idea a dover essere pagata. O sbaglio?
Per alcune tipologie di lavoro è sbagliato in realtà vendere unicamente il nostro tempo, dando un prezzo solo alle ore lavoro che vi dedichiamo.
Una risposta su “Lo sviluppo di un progetto è lavoro. È un servizio per il quale è giusto essere pagati”
Ciao Stefano.
E’ da tempo che non seguo i tuoi post causa impegni di lavoro che mi hanno distratto un po’.
Ogni tanto però, una sbirciatina al sito di MICROINGRANAGGI è doverosa, quasi un obbligo.
Leggo volentieri i tuoi “punti di vista” e seguo le notizie riguardanti le innovazioni aziendali (sempre in movimento).
Concordo pienamente sul contenuto di questo articolo.
Purtroppo, è raro trovare aziende disposte a remunerare un progetto.
Specialmente se non è noto se tale progetto avrà poi un seguito.
Sembra quasi che il tempo, la professionalità, il know-how delle persone che si dedicano a questo mestiere non abbiano valore.
Di nuovo, tanti saluti.
Ottorino