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Dal settore Punti di vista

L’evoluzione vertiginosa del settore della meccanica

Sul fatto che il settore della meccanica sia cambiato vorticosamente, e mi riferisco soprattutto agli ultimi anni, penso siamo tutti d’accordo. Se in passato questo comparto era caratterizzato da evoluzioni lente (a differenza dell’elettronica dove il dinamismo è sempre stato molto marcato), oggi grazie agli automatismi, ai controlli numerici, alle nuove tecnologie, non è più così.
Nell’ultimo decennio soprattutto il modo di lavorare è mutato in maniera vertiginosa.
Una volta i ritmi evolutivi non erano esasperati come lo sono oggi. Verrebbe da domandarsi cosa accadrà nei prossimi cinque anni.

L’introduzione negli anni Cinquanta dell’automazione industriale è stata una necessità che si è imposta prepotentemente nel mondo della meccanica (e non solo) come conseguenza all’aumento dei costi della manodopera. A questo si è aggiunto il fatto che ogni macchina, ripetendo all’infinito la stessa identica operazione nella medesima maniera, riduceva la possibilità di errore e aumentava la produttività. Il lavoro dell’uomo, al contrario, aveva e ha delle variabili. È stato per esempio dimostrato scientificamente che nei mesi più caldi si assiste a un calo della produttività.

Il cambiamento più drastico si è verificato però quando l’elettronica e l’informatica hanno fatto il loro ingresso nell’ambito dell’automazione industriale, dando vita alla progettazione delle prime macchine a controllo numerico. Fino agli anni ottanta le macchine CNC erano usate solo per lavorazioni ad alta precisione, mentre oggi sono molto diffuse e impiegate in quasi ogni campo della meccanica.
Questa innovazione ha dato il via a un’escalation vertiginosa nei trend evolutivi. Quello a cui, a mio avviso, si assiste oggi è infatti una continua rincorsa verso limite massimo della macchina o dell’utensile.

L’evoluzione del settore della meccanica si è poi riscontrata significativamente anche a livello di sicurezza non solo dei macchinari e delle apparecchiature, ma anche degli utensili e dei prodotti utilizzati. Le macchine che si usavano cinquant’anni fa, per fare solo un esempio, non dovevano sottostare ad alcuna norma per la sicurezza e venivano utilizzate quotidianamente nonostante avessero elementi pericolosi, come i giunti cardanici o le cinghie, a vista. Con l’inevitabile risultato di un livello di infortuni sul lavoro molto alto.
Con le sostanze chimiche utilizzate era la stessa cosa. Prodotti come la trielina o alcuni oli erano ottimi per lavare e lavorare i pezzi, ma altamente tossici.
Oggi i livelli di sicurezza sono più alti e le precauzioni maggiori. I tecnici, infatti, indossano occhiali, guanti, maschere e le macchine sono molto protette (ad esempio non si possono aprire mentre lavorano).

Ora mi rivolgo a voi. Come avete visto cambiare il comparto della meccanica negli ultimi decenni? E, soprattutto, dove pensate possa arrivare in futuro?

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

4 risposte su “L’evoluzione vertiginosa del settore della meccanica”

E’ tutto vero ma per garantirci un buon futuro dobbiamo lavorare bene nel presente adeguandoci alla situazione industriale di oggi.
Per progredire dobbiamo concentrarci nello sviluppare dei metodi il più flessibili ed economici possibile per passare dalla prototipazione virtuale, ossia la progettazione con sistemi 3D, alla prototipazione reale,ossia componenti funzionali costruiti con il materiale identico a quello col quale verranno messi in produzione, non facciamoci incantare dai venditori di stampanti 3D che spacciano i prototipi realizzati per componenti funzionali, senza offendere la categoria, purtroppo ne ho conosciuto più di uno che non sapeva nemmeno da che parte gira il mandrino del tornio e parlava di pezzi meccanici conoscendo a malapena la differenza tra un perno ed una boccola.
Concludendo, è importante che la tecnologia ci metta a disposizione dei mezzi per essere competitivi sul mercato ma sarà l’esperienza ed il buon senso dell’uomo che prevarrà su tutto e con buone idee si potrà fare ancora molto!

Sono assolutamente d’accordo sul fatto che, fermo restando l’importanza delle evoluzioni tecnologiche, saranno sempre l’esperienza, le capacità, il buon senso e le idee dell’uomo a guidare il settore della meccanica del futuro.
Per il resto ci hai dato degli spunti molto interessanti su cui torneremo certamente a discutere sul nostro blog.
Grazie intanto per queste graditissime considerazioni e a presto!

Il settore della meccanica in generale e quello delle macchine utensili in particolare, hanno subito indubbiamente una trasformazione radicale e vertiginosa al tempo stesso.
In pochi anni, si sono verificati mutamenti impensabili.
Quali le cause e le ragioni?
Nel mondo della produzione, l’obiettivo è sempre stato e sempre sarà quello di realizzare un bene nel minor tempo possibile e di qualità sempre più elevata.
Il motto è noto a tutti:
“time is money” ( il tempo è denaro)
A ciò dobbiamo aggiungere l’indole dell’uomo che, per sua natura, non è mai sazio di conoscenza.
Anche il sommo poeta Dante Alighieri, nel canto 26° dell’inferno, per bocca di Ulisse, ha lanciato un chiaro avvertimento ai suoi compagni di viaggio:
“…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza…”
Proprio da quest’ultima considerazione, prenderei lo spunto per ipotizzare la futura evoluzione della metamorfosi in atto.
Non serve la famosa “sfera” per capire in quale direzione si stà andando.
La via è tracciata, è quella dell’automazione.
Le aziende manifatturiere, in particolare, sono quelle che introdurranno, nei loro processi produttivi,in modo sempre più massiccio, quelle tecnologie che consentiranno loro di produrre i loro beni, come dicevo sopra, più velocemente e di qualità sempre più elevata.
I reparti produttivi saranno sempre più popolati da “antropomorfi” (robot) che sostituiranno l’uomo nelle mansioni più povere di intelletto, più ripetitive e più noiose.
In questo scenario, quale sarà allora il ruolo, il destino dell’uomo?
L’uomo è da sempre l’artefice di tutti i mutamenti, di tutte le rivoluzioni.
L’uomo, sarà quindi sempre più impegnato nel ruolo di progettista delle innovazioni da un lato e di sovrintendente, di controllore delle macchine, di controllore dei processi produttivi dall’altro lato.
Pertanto per sopravvivere, professionalmente parlando, l’uomo dovrà scolarizzarsi sempre di più poiché sarà sempre più impegnato nella funzione di “progettista” prima e di “istruttore”, di “programmatore” di “gestore” di queste macchine poi.
L’uomo sarà sempre più soggetto a continui aggiornamenti per l’apprendimento delle nuove opportunità che arriveranno dalle tecnologie più evolute.
Chi non lo farà, si ritroverà “out” (fuori) e verrà emarginato, escluso dal mondo della produzione (purtroppo).
E’ una legge non scritta ma inesorabile, che non guarda in faccia a nessuno!
Una riprova tangibile in tal senso, viene dall’esperienza vissuta in questi ultimi due decenni da chi, come il sottoscritto, ha vissuto per anni nel mondo della progettazione di macchine.
Mi riferisco alla strumentazione utilizzata per lo svolgimento di tale professione.
Chi non si è adeguato all’uso del CAD (bi-dimensionale prima e tri-dimensionale poi), si è auto-escluso da quel mondo pur essendo professionalmente preparato e con grande esperienza acquisita attraverso anni ed anni di dedizione.
La innovazione tecnologica non perdona chi non la accetta!

Buongiorno Ottorino, come sempre mi trovi pienamente d’accordo in merito alla centralità dell’uomo e alla fondamentale necessità di una sua supervisione sui processi progettuali e produttivi. Tutti elementi che, ovviamente, non possono prescindere dalla conoscenza e dall’aggiornamento continuo in fatto di nuove tecnologie. A questi fattori credo inoltre debbano essere aggiunte anche la determinazione e la passione per quello che si fa, due ‘molle’ estremamente importanti da cui poi scaturisce tutto.

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