Il magazzino di un’azienda ha un ruolo più cruciale di quanto spesso si immagini

Per come la vedo io, non deve essere visto solo come un costo o, ancora meno, come un reparto secondario. Deve essere considerato e gestito come un investimento strategico, che può migliorare la resilienza e l’efficienza operativa dell’azienda.

Qualcuno di voi pensa che il magazzino sia un costo da ridurre al minimo?

Lo domando perché, seppur sia ben consapevole del fatto che la legislazione italiana non aiuti in questa direzione,

sono convinto che il magazzino giochi un ruolo cruciale. Ben più cruciale di quanto spesso si immagini.

E questo sia per quanto riguarda la gestione generale di una azienda, sia per poter far fronte ad alcune dinamiche di mercato che credo conosciate bene.

Dico questo fondamentalmente per tre ragioni.

Prima di tutto – e questo lo sapete meglio di me – avere materiale disponibile in magazzino consente di rispondere tempestivamente a picchi improvvisi di richieste da parte del mercato, evitando ritardi nelle consegne e migliorando la soddisfazione del cliente.

Poi c’è da dire che un magazzino ben fornito evita corse dell’ultimo minuto e inutili pressioni sul reparto acquisti, che altrimenti si troverebbe a sollecitare i fornitori per consegne rapide.
Significa quindi meno stress per tutti, meno tempo perso – magari difficile da quantificare economicamente, ma che indubbiamente ha un costo – e un lavoro complessivamente più efficiente.

E, infine, avere subito a disposizione i materiali necessari significa non dover fermare la produzione e portare avanti le attività quotidiane senza intoppi, mantenendo un servizio puntuale e un’azienda competitiva sul mercato.

Fatta questa premessa, vien da sé che

la gestione del magazzino debba essere ottimale. Da un lato serve trovare il giusto equilibrio tra costi e benefici, dall’altro dev’essere frutto di un lavoro condiviso tra più reparti aziendali.

Non sono un esperto della materia, ci mancherebbe. Ma in tanti anni – forse troppi, o forse no – qualcosa credo di averlo imparato.

Per esempio, che un buon lavoro di magazzino parte dall’analisi dei dati: capire l’andamento del mercato e regolare le scorte di conseguenza è già un primo passo importante.

Poi c’è la questione dei codici strategici: non tutti i componenti sono uguali. Alcuni, magari a disegno o con tempi di consegna lunghi, vanno gestiti in modo diverso rispetto a quelli facilmente reperibili.

Le relazioni con i fornitori, poi, fanno la differenza. Costruire rapporti solidi, magari con accordi a lungo termine, permette di avere maggiore affidabilità e flessibilità nelle consegne.

Non dimentichiamoci neppure della tecnologia: oggi abbiamo strumenti che aiutano a ridurre gli sprechi e migliorare il controllo delle scorte.

E, infine, c’è un’ultima cosa che credo non vada trascurata:
tenere d’occhio gli articoli destinati a uscire di produzione. Serve un buon coordinamento con direzione, commerciale e ufficio tecnico per evitare di accumulare a magazzino materiale che presto potrebbe diventare inutile.

MORALE…

il magazzino, per come la vedo io, non deve essere visto solo come un costo o, ancora meno, come un reparto secondario dell’azienda. Deve essere considerato e gestito come un investimento strategico, che può migliorare la resilienza e l’efficienza operativa dell’azienda.

La sua gestione, pertanto, dovrebbe essere considerata un’attività critica e da monitorare quotidianamente.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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