La pausa estiva si avvicina, ma, prima di salutarvi, mi piacerebbe darvi uno spunto di riflessione che spero possa tornarvi utile al rientro dalle ferie, quando dovrete riprendere le fila della vostra azienda per la seconda metà dell’anno. Il tema è: cosa è consigliabile evitare in tempi di crisi.
Inutile dire che, a livello generale, gli ultimi anni sono stati tutt’altro che semplici. La congiuntura economica iniziata alla fine del 2008 ha messo in ginocchio moltissime realtà, molte delle quali per una ragione o per l’altra hanno dovuto chiudere i battenti. Alcune a causa di errori gestionali, altre per cattive condizioni di liquidità, altre ancora per ritardi o addirittura mancanza dei pagamenti da parte dei clienti.
Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un decalogo anti-crisi nato da una analisi effettuata da alcuni economisti che, dopo aver analizzato il comportamento di imprenditori e manager, si sono resi conto che alcuni errori erano ricorrenti. E così hanno individuato 10 comportamenti da evitare per non rischiare di arrivare a un punto di non ritorno.
Questo decalogo mi è parso molto interessante e mi piacerebbe riproporvelo in due tranches, la prima questa settimana e la seconda il 27 agosto.
1. NON IGNORARE I PRIMI SINTOMI
Se si assiste a un calo significativo del fatturato della propria azienda, non lo si deve giustificare attribuendolo all’andamento del mercato. Va invece analizzato per poi stabilire immediatamente un piano per contrastarlo, ragionando sui costi e cercando nuovi sbocchi commerciali.
2. NON NAVIGARE A VISTA
È sbagliato pensare che, in tempi complessi come questi, possa bastare ‘navigare a vista’, basandosi semplicemente sulla propria esperienza. È, al contrario, assolutamente necessario dotarsi di strumenti di analisi delle variabili gestionali, in modo da riuscire a individuare tempestivamente eventuali segnali di crisi per contrastarli per tempo. La contabilità, in primis, deve essere tenuta sotto un rigido controllo.
3. NO ALL’ANSIA DA FATTURATO
Accade spesso che, in tempi difficili, si accettino ordini e commesse con margini troppo ridotti o inesistenti pur di fatturare qualcosa. Questo tipo di comportamento è oltremodo sbagliato e può portare danni a medio-lungo termine. Senza contare il rischio di penali o contenziosi legali dovuti al fatto di aver accettato ordini e commesse con tempi o servizi non alla portata della capacità aziendale.
4. NON PERDERE DI VISTA I FLUSSI DI CASSA
Incassare deve essere la priorità, soprattutto quando i margini e le vendite calano. Per questo devono essere reperite informazioni su clienti per evitare di stringere rapporti commerciali con realtà caratterizzate da tempi eccessivi o, peggio, dubbia capacità di pagamento. Questo punto può sembrare banale, ma non lo è. Specie se si corre il rischio di farsi prendere dall”ansia da fatturato’ di cui ho parlato al punto tre.
5. LA RISERVA DI CASSA È UNA NECESSITÀ
La regola dell’insolvenza vale ovviamente anche per noi: mai cadere in ritardi eccessivi o addirittura nella mancanza di pagamento verso i nostri fornitori. E l’unica soluzione per evitare questa situazione è quella di avere una riserva di cassa a cui attingere quando si verificano contrattempi come quelli descritti al punto 4.
2 risposte su “Cosa evitare in tempi di crisi – parte prima”
Assolutamente da condividere i primi 5 comandamenti! Indispensabile è la loro osservanza in tempi difficili, ma direi che sono da rispettare anche in tempi di “vacche grasse”.
Quasi quasi, mi viene da pensare che potrebbero essere applicati anche per preservare la nostra salute in modo da evitare tracolli improvvisi o per prevenirli.
La sana abitudine del controllo rigoroso della contabilità può portare anche a prevenire improvvise e sgradite reazioni degli organi vitali del nostro corpo.
Cordiali saluti.
Assolutamente d’accordo!