Da una parte c’è la pressione fiscale, una delle più alte d’Europa. Dall’altra c’è il costo del lavoro, anch’esso molto alto. A cui si aggiungono – da un anno a questa parte – anche gli extra costi che le imprese devono sostenere, legati al caro energia e allo shortage delle materie prime (ultimamente passato un po’ in secondo piano, ma con cui dobbiamo comunque fare i conti).
Poi? Qualcos’altro?
Il periodo che le imprese stanno affrontando è certamente molto complesso e io – come credo la gran parte di voi – auspicherei davvero che vi fossero interventi seri e mirati da parte del nostro neo Governo.
Ne evidenzio due in particolare, che ritengo estremamente prioritari e importanti (oltre naturalmente a quelli legati al particolare momento storico e quindi dedicati al caro energia) .
IL PRIMO
Dare alle imprese la possibilità di continuare a crescere, come già fece il Piano Impresa 4.0,
tutt’ora in corso d’opera, ma con una aliquota di ammortamento che purtroppo diventa – di anno in anno – sempre più risicata.
MICROingranaggi è la dimostrazione pratica che operazioni come il Piano Impresa 4.0 funzionano.
Negli ultimi anni abbiamo investito circa due milioni e mezzo di euro in nuove tecnologie e trasformato MICROingranaggi in una industria 4.0 a tutti gli effetti. Ebbene è anche (e soprattutto) grazie a questi investimenti che, solo quest’anno, abbiamo inserito 12 persone e avuto un incremento del fatturato di oltre il 20%.
Mi preme però molto sottolineare una cosa a proposito di manovre come il Piano Nazionale Impresa 4.0.
L’insieme degli incentivi fiscali contenuti in questo Pacchetto non è un insieme di sussidi, bensì un investimento di capitali in piena regola da parte di una politica governativa concreta. Capitali che poi rientrano nello stato sotto forma di gettito IVA, di imposte sul lavoro, di contributi dei lavoratori.
Il fatto che l’aliquota di ammortamento continui a ridursi a fronte di un aumento importante dei costi delle macchine (dovuti – fra le varie cose – alla crisi delle materie prime e al caro energia) fa sì che le imprese che vogliono investire in tecnologia si trovino di fatto a beneficiare di incentivi che coprono quasi a malapena il gap relativo all’aumento dei costi.
IL SECONDO
L’altro aspetto che credo sia fondamentale è legato a una riduzione del costo del lavoro.
Abbiamo gli stipendi netti tra i più bassi d’Europa e un costo del lavoro altissimo. Quindi è fondamentale, a parer mio, che lo Stato intervenga con un lavoro di cesello sulla detassazione della parte contributiva in favore di quella retributiva.
La manovra approvata in questi giorni include anche una riduzione del cuneo fiscale destinata a tutti i lavoratori e questo è un primo passo positivo. Difficile dire, in termini generali, se sarà sufficiente o meno; quel che è certo è comunque che bisogna scendere a patti con la realtà e con i soldi realmente a disposizione. 35 miliardi non sono pochi, ma le aree in cui intervenire sono parecchie…