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È giusto o sbagliato restare in azienda anche oltre l’età della pensione?

È giusto che un imprenditore a un certo punto della sua carriera (diciamo pure decisamente prima dell’età della pensione), decida di lasciare tutto per dedicarsi ad altro? O pensiate sia follia pura?

Qualche tempo fa ha fatto il giro del mondo la notizia che Jack Ma, imprenditore cinese di successo con un patrimonio inestimabile, nonché fondatore di Alibaba, all’età di 55 anni ha ceduto il posto di presidente della sua azienda all’attuale Ceo della compagnia Daniel Zhang per dedicarsi ad altro (nel suo caso all’educazione).
Jack Ma non è ovviamente né il primo né l’ultimo imprenditore a fare una scelta del genere e quello che colpisce – se vogliamo – più che la cosa in sé, è il fatto che a prendere questa decisione sia stato un cinese. Vale a dire una persona appartenente a una cultura che notoriamente ritiene il lavoro a ritmi molto sostenuti (per usare un eufemismo) al centro di tutto.

Quindi in primis penso che quello di Jack Ma sia stato un segnale forte e importante per milioni di imprenditori cinesi.

Detto ciò, io credo che

se fossi nelle condizioni di farlo, a un certo punto lascerei volentieri MICROingranaggi per dedicarmi ad altro: viaggi, passioni, interessi.

In Italia è usanza comune restare in azienda anche a ben oltre l’età della pensione. Vediamo titolari di imprese (spesso a conduzione familiare) rimanere al comando fino a ottant’anni se non oltre, con conseguenze spesso neanche troppo benefiche per l’azienda stessa.
Realtà gestite da ultrasettantenni, scrivevo qualche tempo fa, registrano spesso infatti performance più basse. Prima di tutto perché persone di quell’età – pur essendo assolutamente lucide e capaci nel proprio lavoro, oltre che nella gestione aziendale – hanno molte difficoltà ad adattarsi al cambiamento, e questo rappresenta un problema soprattutto se pensiamo a questo particolare momento storico in cui tutto evolve in maniera così repentina.

Senza ovviamente voler giudicare, io sono convinto che ogni cosa debba essere fatta a tempo debito e condivido pienamente quanto ha dichiarato proprio Jack Ma a questo proposito qualche tempo fa:

“A vent’anni impegnatevi nello studio, a 25 anni iniziate a lavorare e fate errori, a questa età potete cadere e rialzarvi senza conseguenze. Se scegliete una grande azienda acquisirete i processi, se invece optate per una piccola realtà imprenditoriale apprenderete la passione di fare molte attività diverse in una giornata. La cosa più importante è che riusciate a identificare la vostra guida, dalla quale imparare il più possibile. Non è importante il campo dove agirete, ma quante cose può insegnarvi il vostro capo. Dai 30 ai 40 focalizzatevi sulla professione, lavorate su voi stessi. Dai 40 ai 50 anni non tornate indietro, non cambiate direzione, è troppo tardi. Diventate semplicemente i più bravi in quello che già state facendo. Dai 50 ai 60 investite nei giovani, allevate talenti e trasferite informazioni. Dai 60 anni in poi la priorità è il vostro benessere, fisico e mentale. Andate al mare!”

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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