Mai rinunciare a sviluppare un’idea che si ritiene buona. Almeno proviamoci!

Sono un inguaribile ottimista e chi mi conosce lo sa. Ma è anche e soprattutto per la mia personale esperienza che

mi sento di dire a tutti coloro che hanno un’idea che ritengono buona di fare tutto ciò che è in loro potere per svilupparla. In altre parole: non rinunciatevi!

La faccio troppo facile? No, direi di no, perché – dal mio punto di vista – in casi come questi il ferro va battuto finché è caldo.

Chi ha una buona idea in genere si trova di fronte a due possibili scenari.

Il primo è la situazione ideale: quella in cui riesce ad avere un’idea vincente e a realizzarla con le sue forze.

Una stessa persona (o gruppo di persone) che, quindi, ha l’idea, la sviluppa, la produce e la commercializza.
Ma quante volte si verifica un caso del genere? Siamo realisti: davvero poche!

L’altro scenario è quello in cui c’è l’idea, ma non i mezzi per realizzarla.

In questa situazione le possibilità sono due. Buttarsi allo sbaraglio, ma ahimè senza una certa copertura economica non si va tanto lontano. Oppure imparare a gestire collaborazioni e compromessi: affidarsi, in altre parole, a qualcuno e cedere l’idea (almeno in parte) in cambio del sostegno economico e consulenziale per svilupparla.

Io credo infatti che farsi prendere da una eccessiva voglia di successo e di guadagno, al punto che – di fronte a un’idea buona, ma difficilmente realizzabile senza il supporto di una entità esterna – piuttosto non la si sviluppa, sia un errore.
Che si tratti del coinvolgimento di una finanziaria, di una banca o di una realtà specializzata in finanziamenti e assistenza alle imprese (come i cosiddetti Business Angels, per intenderci), l’importante è comunque FARE.

Gli aspetti da considerare, infatti, sono diversi.
Ci sono situazioni, per esempio, in cui l’idea riguarda un prodotto per cui il mercato non è ancora abbastanza maturo e quindi di fatto non pronto per riceverlo. Ecco che allora è decisamente utile e opportuno avere alle spalle delle strutture che abbiano esperienza, strumenti e competenze per fare questo tipo di valutazione.
Oppure ci sono prodotti che, per la loro specificità intrinseca, sono destinati ad avere vita breve e allora, a maggior ragione, è importante capire che non ha senso aspettare, ma è necessario agire senza perdere tempo.

Immagino che cedere la propria idea ad altri sia un concetto che a qualcuno piacerà poco. Lo capisco, ma

io sono convinto che le buone idee non vengano mai da sole. Voglio dire che chi ha avuto una buona idea che per forza di cose ha dovuto cedere ad altri, probabilmente ne avrà altre nel corso della sua carriera.

E il fatto di avere alla spalle una precedente esperienza analoga è indubbiamente un grande aiuto, perché offre preziosi strumenti per riuscire poi a cavarsela da soli.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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