MICROingranaggi non produce magazzini automatici, né tantomeno li vende. Ma questo penso lo sappiate bene. Ho deciso comunque di dedicare un post a questo argomento perché
sono convinto che, oggi come oggi, investire in un magazzino automatico sia diventato pressoché inevitabile.
È solo questione di tempo e tutti prima o poi faremo questo passo. I vantaggi derivanti dall’implementazione di un magazzino automatico, infatti, sono talmente tanti che la pena potrebbe essere l’uscita dal mercato. Lo dimostra anche il fatto che le aziende che ho visitato e che hanno installato un magazzino automatico, nel tempo ne hanno aggiunti altri.
Vediamo perché.
Prima di tutto va fatto un discorso legato allo spazio in officina.
Un magazzino automatico mediamente è molto più capiente di quello tradizionale. Nel nostro caso, per esempio, passeremmo – a parità di merce da immagazzinare – da 100 metri quadrati occupati dal magazzino attuale ai 20 metri quadrati necessari invece per quello automatico.
Senza contare le questioni legate all’ordine della merce e alla velocità di picking.
Un magazzino automatico infatti presuppone un’organizzazione della merce completamente diversa da quella tradizionale: attraverso un’unica chiamata è possibile prelevare tutte le componenti necessarie per la realizzazione dello stesso prodotto, velocizzando così il lavoro del magazziniere (che – in questo modo – avrà più tempo da dedicare ad altre attività) e riducendo di gran lunga la possibilità di errore nel prelevamento di pezzi.
Errare humanum est, ma – se riusciamo a evitarlo – tanto meglio!
Poi va considerato l’aspetto legato alla sicurezza.
Sicurezza, da un lato, degli elementi stoccati. Immagazzinare senza l’intervento umano, per esempio, a sette metri di altezza un strumento molto costoso fa sì che abbia meno probabilità di cadere e rompersi per sbaglio e, tantomeno, di essere perso.
Ma anche, dall’altro lato, sicurezza dei lavoratori, che non si troverebbero più a dover salire scale, magari anche ripide, per prelevare cassette molto pesanti, correndo il rischio di fare sforzi eccessivi oppure di scivolare e farsi male.
Last but not least, va fatto un ulteriore discorso legato alla riduzione della possibilità di errore, oltre che alla responsabilizzazione del personale.
Implementando in officina un magazzino automatico, infatti, tutto verrà tracciato. E con tutto non intendo solo la merce prelevata (e contrassegnata da un codice a barre, per esempio, o da un tag RFID), ma anche le attività del personale di magazzino. A ogni operatore infatti verrà attribuito un codice univoco con l’obiettivo di tenere traccia di quando e cosa farà.
A questo si aggiunge la possibilità di abilitare determinati settori (o cassetti) del magazzino solo ad alcuni codici operatore. Il personale di torneria, per esempio, potrà accedere solo alle sezioni 1, 2 e 3, scongiurando – in questo modo – il rischio di andare a depositare un utensile nella sezione sbagliata (riservata per esempio al reparto dentatura).
Chiaro ed evidente è che la sostituzione di un magazzino richiede un lavoro titanico. Soprattutto se l’operazione deve essere svolta senza, di fatto, fermare la produzione, perché le consegne vanno comunque effettuate nei termini stabiliti con i clienti.
Svuotare il magazzino vecchio, smontarlo, montare quello nuovo e riempirlo nuovamente riorganizzando tutta la merce (con tutto ciò che comporta) sono attività che richiedono settimane, oltre che un notevole dispendio di energie.
Ma – se consideriamo la strada che l’industria manifatturiera ha imboccato – quale alternativa abbiamo?