Come ci poniamo nei confronti dei nostri concorrenti?

Mi sembra che il nostro – quello della micromeccanica di precisione – sia un mondo quasi ‘vellutato’. Spesso a me piace parlare di colleghi..

Uno dei temi più discussi di sempre (o quantomeno degli ultimi anni) è quello legato alla competitività d’impresa. Argomento importante, su questo non ci sono dubbi. Vi siete mai domandati, però,

come vi ponete nei confronti della concorrenza?

Proprio di recente mi sono trovato a riflettere su questo tema, perché vedo settori in cui la concorrenza è spietata e le aziende che ne fanno parte sono praticamente in guerra fra loro.
Pensando a questi comparti,

mi sembra che il nostro – quello della micromeccanica di precisione – sia un mondo quasi ‘vellutato’: molte realtà si conoscono fra di loro e capita spesso che ci si trovi a confrontarsi e, in alcuni casi, anche a collaborare. Più che di concorrenti, infatti, preferisco parlare di colleghi, con alcuni dei quali c’è anche un rapporto di amicizia.

È capitato più volte, per esempio, che professionisti di altre aziende venissero nel nostro stabilimento di Buccinasco (Milano) per osservare un macchinario in funzione, allo scopo di fare le ultime valutazioni prima di un eventuale acquisto. E il fatto di far entrare nella nostra azienda un collega (che per molti aspetti potrebbe rientrare benissimo nella categoria dei ‘competitor’) non ci ha creato alcun tipo di problema, anzi. Non abbiamo nulla da nascondere. Nè la presunzione di pensare aver inventato o scoperto chissà che cosa. Poi, per carità, è ovvio che ci sono aspetti del nostro lavoro e del nostro know how che – per forza di cose – non possiamo condividere con i nostri colleghi/concorrenti. Ma questo non vale per tutto. Sono moltissimi, infatti, i temi su cui può tornare utile confrontarsi, scambiare idee e collaborare.

Ci si confronta sui problemi, per esempio. E quando si scopre che in realtà sono anche altri ad averli, si è inevitabilmente e naturalmente più sollevati e magari si riesce anche a trovare delle soluzioni. Oppure si discute sull’andamento del mercato, sui macchinari e sugli strumenti utilizzati, o ancora sulle famose ‘visioni a cinque anni‘ di cui abbiamo parlato in questo blog qualche tempo fa.
A chi mi domanda se, condividendo le nostre visioni futuristiche con i nostri competitor, non corriamo il rischio di farci copiare e quindi passare davanti, rispondo che prima di tutto c’è da tenere presente il fatto che il mercato in cui operiamo è grande, e noi siamo tutte aziende medio-piccole o addirittura piccolissime. C’è molto lavoro in giro e, soprattutto, sono talmente tanti e vasti i campi di applicazione, che sono davvero convinto che ci sia spazio per tutti.

Quindi: è vero che sotto un certo aspetto abbiamo tantissimi concorrenti, ma è altrettanto vero che magari lo sono solo, per esempio, per una o due linee di prodotti. Se a questo aggiungiamo anche il fatto di avere una struttura aziendale diversa e/o una specializzazione in nicchie di mercato differenti, allora posso davvero dire che non esiste un’altra azienda uguale identica a MICROingranaggi, con la quale ci giochiamo tutto su chi fa il prezzo più basso o su chi consegna più in fretta.
Ed ecco, pertanto, perché credo che fra le aziende del nostro settore ci sia un livello di competizione sano, e, per certi versi, anche costruttivo. La semplice condivisione delle problematiche è un importante spunto di riflessione.

E voi? Mi piacerebbe sapere come vi collocate in questo contesto. Come vi ponete nei confronti dei vostri concorrenti? Pensate che la strada della condivisione e collaborazione possa essere un male o un bene? Che possa essere costruttiva o distruttiva?

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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