Una situazione quasi surreale

In questo momento c’è molto lavoro. Riceviamo tante richieste. In tutti i comparti. Nonostante la situazione complessa che perdura ormai da diversi mesi. E non dimentichiamo che il problema del caro energia è iniziato verso la fine dello scorso anno. Buon segno?

Ricordo che quando nel 2007/2008 iniziò la grande crisi – quella dei mutui subprime – nel giro di poco tempo si era fermato quasi tutto. Ricordo momenti lunghissimi in cui addirittura i telefoni in azienda non suonavano; ricordo che quasi non si incontravano clienti e fornitori e che di richieste ne arrivavano davvero poche.

Oggi invece – nonostante la crisi del caro energia, intensificata da quella del gas, sia nota e ampiamente discussa – ho la netta impressione che tutto stia continuando ad andare avanti quasi come se nulla fosse. Ma non lo scrivo assolutamente con accezione negativa, mi pare solo una situazione per certi versi surreale.

Mi spiego meglio.
Qualcuno di recente mi ha chiesto se ci sono, in questo momento, settori che stanno andando meglio di altri. Sì, ci sono, ho risposto. Tutti! Incluso l’avionico (contro ogni aspettativa).

Quello che vedo è che

c’è la consapevolezza di una precisa e determinata situazione, ma è un po’ come se non riguardasse né noi, né i nostri clienti, né i nostri fornitori. Le richieste arrivano, si lavora tanto e non vedo un settore che – più di altri – in questo momento stia soffrendo le conseguenze di una situazione complessa che perdura ormai da diversi mesi.

Perché non dimentichiamo che il problema del caro energia è iniziato verso la fine dello scorso anno.

Il risultato è che in questo momento c’è molto lavoro. Ci sono tante richieste. In un po’ tutti i comparti.

Siamo di fronte a un rifiuto psicologico dell’ennesimo momento di crisi? Non credo.
Anche perché se i nostri clienti continuano a farci richieste è perché, a cascata, ricevono richieste a loro volta.
E lo stesso vale per i nostri fornitori – che naturalmente non lavorano solo per noi – e che hanno tempi di reattività piuttosto lunghi poiché sono oberati di lavoro.

Qual è la vostra impressione in proposito?

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

Tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

Valore oltre il prodotto: perché raccontarlo fa la differenza

Nel mondo della meccanica di precisione, ciò che fa davvero la differenza non è solo il prodotto finale, ma tutto quello che c’è dietro: qualità dei processi, supporto tecnico, controllo, tecnologia e visione. Eppure, tutto questo valore rischia spesso di passare inosservato. Per questo oggi più che mai serve saperlo raccontare, anche nei settori più tecnici.

L’imprevisto può capitare. Dovremmo considerarlo come parte “fisiologica” dell’attività di un’impresa

Anche per questo, in MICROingranaggi, abbiamo scelto di adottare un approccio leggermente diverso da quello classico nella gestione delle consegne. Un approccio che ci sta già portando buoni risultati e che contribuisce a preservare quella serenità quotidiana che, in un contesto lavorativo, è fondamentale.

C’è una bella differenza tra misurare un ingranaggio e certificarlo

La misurazione serve a monitorare il livello qualitativo dei pezzi durante il processo produttivo, la certificazione invece ad attestarne in modo ufficiale la qualità a fine lavorazione. Due attività diverse, che insieme contribuiscono a garantire il livello del prodotto finale.