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Tasse, evasione ed elusione fiscale, Unione europea e possibili interventi

“Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero” ha detto il nostro presidente della Repubblica nel suo discorso alla fine dello scorso anno, riprendendo un argomento che viene periodicamente discusso. Siete d’accordo? Io penso che la questione sia decisamente più complessa di così e che dovrebbe essere affrontata diversamente. Mi spiego meglio…

L’imprenditore ha sostanzialmente due modi per pagare meno tasse, entrambi purtroppo presenti in ogni sistema fiscale. Da un lato c’è l’evasione fiscale, dall’altro c’è l’elusione fiscale. Quindi cercare di non versare le imposte e ‘far sparire” il denaro utilizzando conti nascosti; oppure incaricare professionisti in grado di trovare e sfruttare gli escamotage al limite della legalità per ridurre al minimo le imposte da pagare. L’evasione fiscale è perseguibile penalmente, l’elusione fiscale no.

Di recente ho letto che un professore di economia dell’Università di Berkeley in California, Gabriel Zucman, ha stimato che nei paradisi fiscali offshore potrebbero esserci complessivamente almeno 7.600 miliardi di dollari. Non è difficile da credere. Qualche tempo fa è scoppiato lo scandalo globale dei Panama Papers che tutti ricordiamo bene, mentre solo poche settimane fa il candidato repubblicano alla casa Bianca Donald Trump è stato accusato di aver eluso tasse per 50 milioni di dollari.

Non voglio entrare nel merito di quello che si possa (o non si possa) fare per ciò che riguarda i cosiddetti paradisi fiscali, anche perché c’è un’altra questione, probabilmente più vicina a noi, che mi colpisce molto e che penso dovrebbe essere considerata. Senza andare troppo lontano e restando in Europa, c’è la possibilità di pagare tasse decisamente inferiori a quelle di molti Paesi (a partire dall’Italia) semplicemente aprendo una sede fiscale in Irlanda, Lussemburgo o Romania. Azioni analoghe avvengono regolarmente all’interno dell’Unione europea e questo viene di fatto tollerato. Quindi, quello che mi chiedo è:

ma perché non si interviene a livello di Unione europea per fare in modo che le imposte siano uguali dappertutto? E, allo stesso modo, che i controlli siano uguali per tutti?

Se l’Unione europea avesse davvero un significato che va oltre i confini geopolitici (che, da ragazzo, pensavo davvero fossero l’inizio di un grande processo di unificazione), allora dovrebbero esserci le stesse tasse, carburanti ed energia dovrebbero avere gli stessi costi, e così via… Ci dovrebbero, cioè, essere delle politiche economiche decisamente più comuni di quanto lo siano ora. Siete d’accordo?
Mi sembra invece che ognuno guardi sostanzialmente a casa sua…e questo mi pare un comportamento un po’ ipocrita. Voi cosa ne pensate?

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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