Il declino della biodiversità è un segnale preoccupante che purtroppo si verifica frequentemente. Accade, per esempio, quando l’uomo cambia l’utilizzo del terreno, per esempio radendo al suolo un bosco per costruire al suo posto un capannone o un quartiere. Oppure sostituendo aree naturali con terreni coltivati. Pratiche come queste – se ben ci pensate – si verificano regolarmente quasi ovunque, proprio perché tipiche di una società in espansione, ma le conseguenze sono tutt’altro che positive, poiché minano l’equilibrio degli ecosistemi e mettono a rischio la nostra capacità di sostenere la vita sulla Terra. Proprio al pari del cambiamento climatico.
Quindi:
ogni volta che alteriamo l’uso del suolo, riduciamo gli habitat e, di conseguenza, anche la biodiversità.
Tocco questo argomento perché oggi è la Giornata mondiale della biodiversità, una festività proclamata nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity). In questa occasione, abbiamo voluto fare due chiacchiere con Vincenzo Rizzi, Biodiversity Advocacy Advisor and Sustainability Specialist di 3Bee, naturetech company italiana con la quale MICROingranaggi collabora da alcuni mesi, che si occupa proprio della tutela della biodiversità tramite la tecnologia.
Vincenzo ci ha spiegato nel dettaglio cosa fa 3Bee, come lavora e perché sono così importanti le attività che porta avanti.
Vincenzo, partiamo dalla vostra realtà. Cosa ha ispirato la creazione di 3Bee e qual è la sua principale missione?
“3Bee è nata nel 2017 da un’idea di Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, amici di paese fin da bambini. Dopo una serie di esperienze all’estero, per Niccolò di PhD in Elettronica quantistica e per Riccardo di Phd in biologia, hanno deciso di tornare in Italia per fondare un’azienda che generasse un impatto concreto sull’ambiente. Tutto è partito con lo sviluppo di Hive-Tech, la prima tecnologia di monitoraggio delle api, fondamentali sentinelle dell’ambiente.
Con il tempo, poi, la nostra missione si è ampliata fino ad arrivare ad abbracciare l’intero ambito della biodiversità, poiché è strettamente collegato a quello del cambiamento climatico, incidendo profondamente sulla società.
A oggi in 3Bee sviluppiamo tecnologie per la tutela della biodiversità e degli insetti impollinatori, con l’obiettivo di creare un impatto concreto e monitorabile e ottenere benefici tangibili sul nostro Pianeta, che siano immediati e duraturi nel tempo. La nostra missione è proprio questa: sviluppare, anche grazie al supporto di imprese ed enti virtuosi e attraverso la creazione di tecnologie e innovazioni in ambito ambientale, una mappatura della biodiversità e creare il più grande corridoio ecologico d’Europa”.
Molto interessante. Quando parli di tecnologie, a cosa ti riferisci esattamente?
“L’approccio di 3Bee integra sensori bioacustici IoT, immagini satellitari e algoritmi di apprendimento automatico (AI) per monitorare la biodiversità terrestre e creare piani a lungo termine per la sua rigenerazione e tutela. Per fare questo siamo partiti da una prima tecnologia, Hive-Tech, che consiste in sensori IoT per il monitoraggio dello stato di salute delle api all’interno degli alveari. Le api, infatti, sono fondamentali bioindicatori che ci consentono di comprendere lo stato di salute dell’ambiente.
Tra le altre tecnologie troviamo Flora, un sistema di reti neurali realizzato in collaborazione con ESA, che elabora immagini satellitari per valutare la biodiversità potenziale del territorio; Spectrum, un sensore bioacustico IoT che, attraverso un monitoraggio continuo, valuta la diversità e la frequenza di insetti impollinatori; Polly X, un rifugio per impollinatori selvatici dotato di sensori IoT per il monitoraggio della qualità dell’aria (in particolare PM1.0, PM2.5, PM4.0, PM10).
Integrando queste tecnologie, possiamo determinare lo stato di salute della biodiversità in una specifica area e identificare la necessità di intervento”.
A livello pratico in che cosa consiste l’intervento di 3Bee?
“In pratica creiamo quelle che chiamiamo ‘Oasi 3Bee della Biodiversità’, ecosistemi progettati da zero su terreni come monoculture, margini autostradali, aree periferiche o industriali e in altri luoghi con perdita di biodiversità. Le nostre oasi sono costituite da piante nettarifere, prati stabili e rifugi per impollinatori. Grazie a sofisticati sistemi di biomonitoraggio, le mappiamo annualmente per seguirne lo sviluppo.
Fino a oggi 3Bee ha piantato oltre 60.000 piante nettarifere in 18 regioni italiane, creando più di 200 Oasi della biodiversità da cui hanno tratto benefici oltre 800 milioni di impollinatori”.
Quali sono i principali obiettivi ambientali che 3Bee si propone di raggiungere con le sue attività?
“La nostra missione si basa su tre pilastri fondamentali.
Il primo è il monitoraggio, attraverso l’ausilio della tecnologia, dello stato di salute della biodiversità per determinare la necessità (o meno) di intervenire.
Il secondo pilastro è la rigenerazione, tramite il coinvolgimento di professionisti del nostro network, tra cui i nostri grower o coltivatori di biodiversità, responsabili della cura e premura delle specie presenti in Oasi. Insieme prendiamo in carico l’area da rigenerare e li supportiamo nella creazione di una strategia che ripristini la biodiversità.
Il terzo pilastro è la formazione. Abbiamo l’obiettivo di sensibilizzare cittadini, enti e imprese rispetto l’importanza della biodiversità e degli insetti impollinatori. Forniamo programmi didattici nelle scuole elementari, ci occupiamo di formazione in ambito aziendale,, realizziamo podcast e iniziative dedicate per raggiungere il vasto pubblico e creare una comunità globale sempre più informata e attiva”.
Ricapitolando, quindi, perché e in che modo un’azienda dovrebbero affidarsi a voi?
“3Bee lavora al fianco di enti e imprese per sviluppare protocolli certificati per la tutela della biodiversità attraverso progetti di rigenerazione: in primis analizziamo l’impatto sulla biodiversità e, a partire dal dato, capiamo come mitigarlo e migliorarlo. Oltre al monitoraggio e alla rigenerazione, 3Bee si occupa di formazione in ambito sostenibilità, anche in ambito aziendale e con un network di professionisti a cui le aziende possono accedere per rimanere costantemente aggiornate sulle principali tematiche.
Lavoriamo con grandi player del settore agroalimentare, autostradale, energetico e non solo.
Con le realtà più grandi e strutturate, sviluppiamo progetti pluriennali e dunque a lungo termine, ma possiamo creare progetti su qualsiasi scala”.
Per chi fosse interessato ad approfondire le attività di 3Bee, lasciamo qualche link: