Come siamo soliti fare, un paio di settimane fa abbiamo chiesto a un fornitore di fiducia i tempi di consegna di alcune barre esagonali di un acciaio abbastanza banale. La sua risposta è stata: novembre 2021.
Sembra FOLLIA, ma è così.
Non dico nulla di nuovo, infatti, quando scrivo che
ci sono materie prime molto difficili da reperire e che hanno subito rincari anche del 50%, con prezzi che variano di giorno in giorno. Acciaio, metalli non ferrosi, plastica e altri materiali chimici.
Vien da sé che questo si ripercuote inevitabilmente anche sul nostro lavoro, che diventa sempre più difficile da gestire.
Come molte imprese del manifatturiero infatti, oggi ci troviamo costretti a scrivere e inviare offerte con 10 giorni di validità (contro i 30 giorni di prima), con la consapevolezza che si tratta comunque di una scommessa.
Se faccio un’offerta oggi e il cliente fa l’ordine tra dieci giorni, può essere che – nel frattempo – il costo di quella materia prima sia aumentato magari anche del 20%. E questo è il PRIMO problema.
Ma soprattutto, SECONDO problema, la materia prima che ci occorre per evadere quella commessa potrebbe non esserci più, perché il nostro fornitore potrebbe averla già venduta ad altri. Ecco, questa seconda eventualità per un’azienda come MICROingranaggi è di gran lunga peggiore del rincaro, perché – come nel caso dell’acciaio che citavo prima – il materiale che ci occorre potrebbe tornare a essere disponibile anche dopo diversi mesi.
MICROingranaggi fa un prodotto abbastanza pregiato e l’incidenza della materia prima non è mai molto alta in termini di costi. Fatto 100 di un costo, magari l’incidenza della materia prima è 5, contro i 95 di lavorazione. Se questo 5 aumenta del 10% e diventa 5,5, diminuisce leggermente la marginalità e nulla di più.
Ma cosa accade, invece, se la materia prima che ci serve non è disponibile? Domanda retorica…
Come potete ben immaginare,
queste due problematiche portano, fra le altre cose, a discussioni infinite con i clienti in merito all’incremento di costi e tempi di consegna. Con un conseguente peggioramento delle condizioni lavorative generali.
E condizioni come queste non possono che far lavorare tutti male.
Tentare di fare una sorta di magazzino di materie prime quando sono disponibili non può – nel nostro caso – essere una soluzione. In linea di massima, infatti, utilizziamo quattro o cinque tipi diversi di materiali plastici, tre tipologie di alluminio, ottone, due tipi di bronzo, dieci di acciaio, in barre che hanno un diametro che va da 6 a 60 millimetri. E a cui si aggiungono specifici materiali richiesti dai clienti.
Dall’altra parte ci sono le aziende clienti, che – non avendo visibilità sul loro venduto – non sono in grado di fare alcun tipo di pianificazione.
Cosa fare quindi? Ben poco purtroppo.
La fortuna di un’azienda come MICROingranaggi è che, tutto sommato, necessita di poca materia prima. Ciò significa che, con un po’ di lavoro in più da parte dell’ufficio acquisti, riusciamo a reperire quello che ci serve (o perlomeno così è stato fino a ora). Il solo rischio è quello di doverci rivolgere a due fornitori diversi per uno stesso materiale, con la conseguenza che quella commessa poi dovrà essere trattata come due commesse separate, per poter mantenere la tracciabilità dei codici nel caso sorgessero problemi sul materiale recuperato da uno dei due fornitori.
Inutile dire che creare due commesse separate implica lavoro in più e, di fatto, anche dover cambiare metodo di lavoro, accollandosi tutti i costi del caso…