Lockdown, parte seconda.
Non credo sia un caso che proprio in questo periodo mi siano venute in mente le fiere che MICROingranaggi faceva quindici/vent’anni fa. Un periodo che oggi sembra lontano anni luce.
Ricordo in particolare una edizione di Sfortec di tanto tempo fa, durante la quale successe una cosa. Al nostro stand si presentò una persona (non ricordo di che azienda fosse, ma poco importa), che si lamentò del fatto che aveva fatto progettare un pezzo meccanico a una ditta e poi lo aveva fatto costruire a un’altra. Alla fine il pezzo in questione non funzionava come doveva, ma il problema più grande del mio interlocutore era la sua difficoltà a uscire da quella situazione di stallo. Sarebbe bastato individuare la ragione per cui il prodotto non funzionava e risolverla, ma era impossibile, perché le due aziende coinvolte (quella che aveva progettato il pezzo e quella che lo aveva costruito) non facevano altro che scaricare la colpa l’una sull’altra, lasciando chiaramente in difficoltà il cliente.
Successe poi che durante quella stessa edizione di Sfortec arrivò una seconda persona con un problema analogo. Poi una terza, una quarta, una quinta. Insomma,
durante quella edizione di Sfortec di tanti anni fa decidemmo che MICROingranaggi avrebbe dovuto affiancare al reparto produttivo un ufficio tecnico interno, che si occupasse proprio di progettazione.
Ora non voglio parlare nello specifico di progettazione e produzione, ma di quanto
sia importante saper ascoltare. Ma non ascoltare per rispondere (come spesso si tende a fare), bensì ascoltare per capire.
Ascoltare e saper cogliere messaggi ben precisi che possano, prima o poi, tornare utili. Ascoltare e, dalla miriade di informazioni che riceviamo continuamente e in maniera caotica, riuscire a estrapolare gli input maggiormente costruttivi.
Ascoltare e poi, ovviamente, avere anche la capacità di mettersi in discussione.
Può sembrare banale e, a sentir parlare la gente, sembra che lo facciano un po’ tutti. Ma io non credo che sia davvero così.
Ecco, in questa ottica
l’esperienza dell’ascolto in fiera per me è stata sempre fondamentale.
Qualcosa di analogo avviene anche in azienda quando, per esempio, arriva un nuovo cliente con una richiesta o una proposta di collaborazione, ma non è lo stesso. Quando si resta in fiera dalle nove di mattina alle sei di sera e ci si accorge che una stessa questione viene sollevata da più persone, allora inevitabilmente il campanello di allarme suona.