Le imprese non hanno quasi utilizzato gli incentivi per la formazione 4.0. Perché?

Le imprese non hanno quasi utilizzato gli incentivi per la formazione 4.0. Ma perché non lo hanno fatto?

La formazione 4.0 non serve? Il personale è già sufficientemente formato? L’agevolazione arriva in un momento storico sbagliato? Oppure semplicemente è stata impostata male?

Un passo indietro. L‘incentivo consiste in un credito d’imposta (con aliquote tra il 30% e il 60% a seconda della dimensione dell’azienda) per le spese legate alla formazione del personale in materia di tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale. Quindi l’ambito è piuttosto attuale perché riguarda l’Industria 4.0 di cui non si fa che parlare da anni e in cui le aziende hanno investito (e questo è un dato di fatto), acquistando nuove tecnologie sia hardware che software.

E allora cosa non ha funzionato nella formazione 4.0 (anch’essa agevolata)?

Io ho provato a dare una risposta a questa domanda, ma è solo un’opinione e pertanto mi piacerebbe conoscere la vostra.

Dietro ai mancati investimenti nella formazione 4.0 vedo sostanzialmente due ragioni.
La prima – di cui peraltro ho parlato non molto tempo fa – è che fondamentalmente

in Italia manca la cultura di far crescere le risorse.

Tanti imprenditori, in altre parole, sono sufficientemente motivati nell’investire in macchinari, attrezzature e persino immobili, ma purtroppo sono anche convinti che chi ha la macchina più performante vinca sulla concorrenza. Quando – a parer mio – la vera differenza la fanno invece i tecnici, i progettisti e tutte quelle figure professionali, diverse per ogni specifico ambito, che ruotano intorno a un’impresa e che, quelle macchine, le sanno far funzionare e fruttare.

La seconda ragione è che – per quel che mi risulta –

tantissime imprese che hanno fatto aggiornamenti informatici legati al 4.0, li hanno fatti unicamente perché obbligatori per poter usufruire dell’Iper ammortamento (incentivo ben superiore a quello dato dal Super ammortamento).

Quindi per rinnovare il parco macchine con un investimento molto agevolato. Non tutti chiaramente, ma parecchi colleghi di altre aziende hanno ammesso di non avere – almeno per il momento – alcun interesse per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati, un ambito in cui avere determinate competenze (per le quali formazione e aggiornamento continuo oggi sono imprescindibili) è condicio sine qua non.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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