E se una società più grande ci volesse acquisire? Ci converrebbe?

Qualche tempo fa mi hanno chiesto: “E se una grande azienda volesse comprare MICROingranaggi?”. Magari!, ho risposto. Scherzi a parte, non siamo alla ricerca di qualcuno che ci acquisisca. Certo è che, se ciò accadesse, lo valuteremmo.
Oggi vorrei rivolgere la stessa domanda a voi:

di questi tempi conviene farsi acquisire da una realtà più grande? Io in fondo credo di sì. Penso che tutto sommato entrare a far parte di un gruppo più grande non potrebbe che essere migliorativo. Siete d’accordo?

Seguite il mio ragionamento. La maggior parte delle imprese italiane è di dimensione medio-piccola, un fattore che – sotto parecchi aspetti – porta con sé dei limiti: era così in passato, lo è adesso e lo sarà sempre di più in futuro. Non è possibile ovviamente generalizzare e, a seconda della situazione, dovranno essere fatte valutazioni diverse.

Far parte di un gruppo per esempio vuol dire poter abbassare i costi di gestione. Quelli dell’ufficio amministrativo, per esempio: un’azienda di trenta persone che entra a far parte di una realtà più grande o di un gruppo quasi sicuramente potrà appoggiarsi al reparto amministrazione già esistente, potendo così eliminare il suo perché diventerebbe di fatto un doppione. E lo stesso accadrebbe per la divisione commerciale, i cui agenti potrebbero certamente essere ottimizzati.
O ancora: pensate alle iniziative di marketing, alle fiere per esempio. Una PMI può permettersi mediamente di esporre a un paio di fiere all’anno (un po’ come facciamo noi); una realtà più grande (di 5000 dipendenti per esempio) molto probabilmente potrà permettersi di partecipare a una quindicina di manifestazioni. E 15 fiere che espongono i tuoi prodotti invece di due vuole indubbiamente dire avere una visibilità più ampia.
Senza contare il discorso legato all’immagine. Far parte di un gruppo vuole anche dire presentarsi in modo diverso, magari con il nome di una realtà più grande e strutturata che, già solo per quello, dà di sé un’immagine di più alto livello ed è in grado di offrire maggiori garanzie.

Detto questo,

alla domanda “conviene farsi assorbire da una realtà più grande?” non è possibile dare una risposta unica e assoluta: ciascuno deve valutare le condizioni di contorno e di acquisizione.

Prendiamo ancora una volta il caso di MICROingranaggi: per una società come la nostra che oggi lavora trasversalmente in diversi settori merceologici, essere assorbiti da una realtà che opera in un solo comparto e che ci occuperebbe il 100% del tempo e delle risorse potrebbe rappresentare un problema, un rallentamento alla crescita. Ma ci sono diverse alternative, anche perché condizioni come queste, oltre a essere controproducenti per chi viene assorbito, lo sono anche per l’acquisitore.
Tempo fa incontrai in fiera il titolare di un’azienda italiana specializzata nella produzione di macchine a controllo numerico, che a un certo punto si trovò ad assorbire uno storico fornitore. Per evitare che la società neo acquisita si adagiasse e che, di conseguenza, abbassasse il livello qualitativo della produzione, l’azienda madre stabilì una condizione alla base dell’accordo stipulato: la neo acquisita avrebbe dovuto lavorare per altri clienti per almeno il 40% del suo fatturato.

Morale: se le premesse ci sono, far parte di un gruppo più grande va un po’ a riprendere il concetto del far parte di una rete di imprese di cui abbiamo parlato qualche tempo fa e che secondo me potrebbe portare vantaggi non solo alla singola azienda coinvolta, ma probabilmente anche all’economia del nostro paese… Siete d’accordo?

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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