Vi faccio una domanda.
Secondo voi,
se una persona entra in azienda con un ruolo preciso e delle mansioni specifiche, dovrà continuare a occuparsi di quelle stesse mansioni (o comunque di attività affini) per il resto della sua carriera, salvo cambiare posto di lavoro? Oppure potrà, nel corso degli anni, evolvere e arrivare a occuparsi di qualcosa di radicalmente diverso?
Lo chiedo perché sento tanti colleghi e conoscenti che lavorano in altre realtà (molti dei quali alle prime esperienze), convinti del fatto che una evoluzione di ruolo all’interno della stessa azienda non sia possibile. E ne sono convinti per tante ragioni. Prima fra tutte il fatto che cambiare ruolo significhi ripartire da zero, con tutto quel che ne consegue in termini di dispendio di tempo e risorse che spesso – purtroppo – ritengono troppo oneroso dover impiegare.
Questo indipendentemente dallo spazio concesso in azienda, che – come ben sappiamo – può variare molto in base alla figura dell’imprenditore.
Ebbene, seppur in qualche modo possa sforzarmi di comprendere le ragioni di chi la pensa così, io – un po’ per forma mentis e un po’ per il contesto in cui sono cresciuto (in senso generale) – sono fermamente convinto del contrario.
E vorrei provare a spiegarvi il perché. Soprattutto perché il mio punto di vista in un qualche modo rispecchia l’idea di evoluzione e di miglioramento continuo che da tempo portiamo avanti in azienda.
In MICROingranaggi, infatti, ci sono parecchi casi concreti di figure che nel corso della loro carriera hanno chiesto e ottenuto di cambiare radicalmente posizione e mansioni. Con risultati – mi sento di aggiungere – decisamente positivi e incoraggianti.
Partiamo da un fatto assodato e, credo, condivisibile dalla gran parte delle persone:
fare lo stesso lavoro per tanto tempo finisce inevitabilmente per risultare noioso.
Questo fermo restando che, punto UNO, il concetto di tempo è relativo: cinque anni, per esempio, a me possono sembrare un’eternità, mentre ad altri un tempo relativamente breve.
E che, punto DUE, anche “fare lo stesso lavoro” è un concetto relativo, perché mentre ad alcuni basta una piccola deviazione per essere stimolati e sentirsi rinnovati, altri hanno invece bisogno di un cambio di rotta radicale.
Ciò premesso, proprio perché fare le stesse cose tutta la vita – estremizzo volutamente per semplificare – finisce inequivocabilmente per diventare un qualcosa di alienante,
permettere a ciascuna risorsa che lo desideri di evolvere professionalmente all’interno di una stessa azienda (anche in reparti diversi), soprattutto se mossa da idee e ambizioni, è a nostro avviso fondamentale.
Come ho scritto in passato, è difficile trovare un commerciale migliore – per fare solo un esempio fra i tanti – di una persona che ha passato 10 o 15 anni a lavorare vicino a una macchina utensile.
E questa è anche una delle ragioni per cui quando MICROingranaggi deve assumere una risorsa, seppur senza mai sottovalutare le competenze tecniche di ciascuno, presta molta attenzione all’imprinting personale, caratteriale, mentale. Tutti aspetti sicuramente non semplici da individuare in fase di colloquio, ma che pensiamo siano determinanti.
Certo,
cambiare è faticoso. Ripartire da zero (o quasi) e rimettersi in gioco richiede molte energie che non tutti sono disposti a spendere…
Sono curioso di sapere cosa pensate a questo proposito!