Cosa occorre, secondo me, per sviluppare un’idea in cui si crede

Mai rinunciare a sviluppare un’idea che si ritiene buona! Senza però dimenticare che non esiste attività di successo che non richieda sforzo, impegno, passione e, necessariamente, anche soldi. Perché sì, i soldi ci vogliono sempre.

Mai rinunciare a sviluppare un’idea che si ritiene buona, scrivevo qualche tempo fa. Almeno proviamoci – vero! – ma facciamolo nel modo giusto, altrimenti rischia di tramutarsi in una colossale perdita di tempo.

Non esiste infatti attività di successo che non richieda sforzo, impegno, passione e, necessariamente, anche soldi.

Perché sì, i soldi ci vogliono sempre. Poi, per carità, si può partire anche con poco ed esistono casi – purtroppo rari – in cui si può dare vita a un’attività di successo quasi dal nulla. Ma, ripeto, sono casistiche rare.

Per sviluppare un’idea in cui si crede, ci vogliono anche sangue freddo, umiltà e capacità di fare autocritica.

Si dovrebbe ascoltare quello che la gente dice, mettendo in bilancio che la nostra idea potrebbe rivelarsi sbagliata.
Con questo non voglio dire che di fronte a un’opinione negativa di tanti, si deve necessariamente rinunciare, anzi! Quando in passato sono stato davvero convinto di qualcosa non ho avuto problemi ad andare contro l’opinione altrui. L’importante però è sempre saper fare la giusta autocritica, che porti a valutazioni oculate.

Un altro aspetto fondamentale sono le collaborazioni.

È davvero difficile, infatti, che un’idea possa essere sviluppata dall’inizio alla fine unicamente con le proprie forze. C’è sempre bisogno di qualcuno che dia un supporto (possibilmente di qualità).
Un prodotto nuovo, per esempio, necessiterà di una struttura produttiva e, nella gran parte dei casi, anche di una struttura commerciale.
Ho visto molti credere che basti avere un ecommerce per vendere qualcosa con successo. Niente di più sbagliato! Anche nel caso si decidesse di vendere solo su web, occorrono diverse attività collaterali che spesso vengono sottovalutate.

Quindi che si tratti di una vendita online oppure offline,

se la struttura commerciale non è adeguata e magari anche già avviata, diventa difficile vendere.

E infine,

affinché un’idea abbia successo, dovrebbe verificarsi la concomitanza di alcuni fattori, che – in linea di massima – non si possono controllare.

Mi riferisco sostanzialmente alla fortuna di essere con il prodotto giusto al momento giusto, cosa decisamente complessa da comprendere a priori…

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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