Considerazioni sull’ultima EMO

Ho visto molta gente, ottimismo e soddisfazione per la forte ripresa. Ma ho visto anche molte proposte migliorative e innovative, segno inequivocabile che la meccanica non si è mai fermata e che c’è grande voglia di lasciarsi alle spalle la pandemia e tornare a correre

Devo essere onesto. Vuoi per il momento ancora abbastanza particolare, vuoi per certe “voci di corridoio”, ma le aspettative che avevo per quest’ultima EMO non erano particolarmente alte. O, meglio, il mio timore era quello di trovare una fiera deserta o quasi, e invece non è stato così.

Ho visto molta gente, ottimismo e soddisfazione per la forte ripresa. Ma ho visto anche molte proposte migliorative e innovative, segno inequivocabile che la meccanica non si è mai fermata e che c’è grande voglia di lasciarsi alle spalle la pandemia e tornare a correre.

Un importatore che conosco bene mi ha detto che nel corso di quest’ultimo anno ha venduto e consegnato oltre il 50% in più della media di macchine degli anni precedenti, ma da quello che ho visto in EMO, il trend generale non è tanto diverso.
È innegabile, infatti, che questo sia un gran buon momento per la macchina utensile.
In particolare mi è parso di notare un innalzamento sia della richiesta sia dell’offerta di macchinari di alta qualità, e il merito probabilmente è delle agevolazioni che – come ben sappiamo – consentono risparmi notevoli, spingendo tante imprese ad aumentare gli investimenti.
Ecco, di contro, penso sia abbastanza facile immaginare che questo dato eccezionalmente positivo si trascinerà delle potenziali problematiche legate all’assistenza tecnica e alla ricambistica.

Ma torniamo alla EMO.
Chi è stato in fiera la scorsa settimana converrà che non c’è stato un vero e proprio affollamento. Di gente ce n’era, questo sì, ma non è stata certo la EMO di tanti anni fa. Né in termini di visitatori, né di espositori.
Forse è presto per dirlo, ma quello che penso è che potrebbe essere cambiata la tipologia di affluenza in fiera. Voglio dire che di sicuro la pandemia è ancora condizionante per la partecipazione di massa; molte aziende infatti non hanno ancora autorizzato le visite in esterno del personale (nonostante green pass e mascherine obbligatori, e capannoni alti 10 metri).
Ciò nonostante, non credo torneremo a vedere corridoi e padiglioni straripanti di persone. Ma, attenzione. Non lo dico con accezione negativa. La quantità infatti non corrisponde necessariamente alla qualità e, siccome esporre a una fiera è un investimento non indifferente, concentrarsi su professionisti realmente interessati all’offerta, senza l’intrusione di curiosi e perditempo non è certo un male…

Dopo quest’ultima EMO, in ogni caso, sono ancora più convinto che

visitare una fiera di settore (del proprio settore) oggi NON sia una perdita di tempo.

Oltre ad aver incontrato operatori e amici italiani e non, che non vedevo da parecchio (cosa che mi ha fatto davvero molto piacere), ho avuto modo di vedere una serie di novità interessanti che in altri contesti avrebbero richiesto una quantità di tempo inimmaginabile.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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