E se brexit fosse solo l’inizio?

Torno a parlare di Unione europea. Questa volta perché oggi nel Regno Unito si terrà il tanto atteso referendum sulla Brexit. Potrebbe davvero la Gran Bretagna uscire dalla Ue? Gli ultimi sondaggi parlano di un risultato parecchio in bilico.
Sono ormai anni che si discute – in buona parte dei Paesi membri (Italia in primis!) – a proposito del fatto che abbia senso o meno restare nell’Unione europea, perciò devo dire che l’esito di questo referendum mi incuriosisce molto e per diverse ragioni. A partire dalla domanda:

e se Brexit fosse solo l’inizio?

Come quasi sempre accade ci sono pro e contro per ciascuno dei fronti. Intanto va detto che – dei 28 Paesi che fanno parte della Ue – il Regno Unito è uno dei casi più particolari perché ha sempre mantenuto una condizione particolare restando, di fatto, per metà dentro e per metà fuori dall’Unione europea, a partire dall’avere mantenuto una moneta propria.

La maggior parte degli economisti e degli addetti ai lavori sostengono che difficilmente l’economia britannica uscirebbe più forte da una eventuale scissione, che per altro non sarebbe comunque immediata ma richiederebbe un paio d’anni.
In generale le ragioni del remain sono in parte politiche, in parte per economiche: chi è contrario alla Brexit pone l’accento sul fatto che il cinquanta per cento del commercio con l’estero del Regno Unito è proprio con i Paesi europei e che di conseguenza Londra è profondamente legata a Bruxelles.
Chi, al contrario, ne è a favore invece sostiene che l’Unione europea abbia imposto regole e tasse eccessivamente severe alle aziende britanniche, oltre che aver favorito l’immigrazione, considerata una minaccia sia sul fronte dei posti di lavoro sia su quello del sistema sanitario e previdenziale.

Il Fondo monetario internazionale parla di grandi rischi per l’Europa in caso di uscita.
Sono inoltre in molti gli analisti che sostengono che Brexit potrebbe avere un effetto negativo soprattutto sui paesi del Sud Europa, da un lato perché hanno un rapporto commerciale piuttosto elevato con il Regno Unito, dall’altro perché aumenterebbe ulteriormente e in maniera significativa il contributo che l’Italia dovrebbe versare al bilancio di Bruxelles.

Ripeto: io sono davvero molto curioso sull’esito di questo referendum, perché di fatto è il primo esperimento in questo ambito, che potrebbe rimanere l’unico oppure diventare il primo di una serie, segnando così l’inizio della fine dell’Unione europea. Da un certo punto di vista vorrei che vincesse il fronte degli euroscettici e che il Regno Unito uscisse dalla Ue, più che altro per vedere cosa succede dopo. Anche perché, se si rivelasse una scelta giusta, penso che il Regno Unito verrebbe seguito a ruota da altri paesi, a partire da quelli del mediterraneo che sono stati, a mio avviso, tra i paesi più penalizzati.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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