Anche nei piccoli riduttori, l’housing è fondamentale

Incide direttamente sulla durata del sistema, sull’efficienza, sulla rumorosità e sulla qualità della lubrificazione. Non è solo un contenitore: se progettato con attenzione, può fare la differenza, soprattutto in presenza di velocità elevate e carichi importanti.

E lo è perché quando parliamo di riduttori di precisione di piccole dimensioni, come quelli prodotti da MICROingranaggi, la tendenza è quella di concentrarsi prevalentemente sugli ingranaggi, su come sono progettati, su come si accoppiano tra loro, su quali materiali vengono utilizzati e via dicendo. Eppure,

elementi come il design dell’housing e la gestione della lubrificazione giocano un ruolo altrettanto importante e determinante per garantire prestazioni elevate e durature.

Spesso accade, infatti, che l’housing – quindi la struttura che racchiude e supporta tutti gli organi interni – venga progettato partendo da vincoli esterni. Tenendo conto, per esempio, di aspetti come gli ingombri imposti dall’apparecchiatura o dalla strumentazione in cui il riduttore deve essere integrato, piuttosto che delle reali necessità funzionali del riduttore stesso.

La conseguenza di tutto questo è che talvolta ci si trova poi ad avere problemi.
Può capitare, per esempio, che l’housing non abbia una struttura sufficientemente rigida, generando disallineamenti interni che accelerano l’usura degli ingranaggi. Oppure che attraverso i sistemi di fissaggio si trasmettano vibrazioni indesiderate, compromettendo la stabilità e la silenziosità del sistema. Senza contare che gli spazi interni mal progettati ostacolano una corretta lubrificazione e un adeguato raffreddamento degli organi in movimento.
Il risultato è che

eventuali malfunzionamenti vengano attribuiti agli ingranaggi, quando in realtà la causa primaria è proprio un housing non progettato a dovere.

Non dimentichiamo infatti che, nei riduttori di piccolissime dimensioni, anche deformazioni micrometriche possono alterare l’accoppiamento degli ingranaggi, generando rumore e riducendo la durata del sistema.

Applicazioni come quelle in ambito robotico, medicale e dell’automazione richiedono riduttori estremamente silenziosi. L’impiego di leghe di alluminio, acciaio inox o polimeri speciali può contribuire in modo significativo allo smorzamento delle vibrazioni, ma anche la progettazione dell’housing gioca un ruolo fondamentale, poiché spessori, giunzioni e trattamenti superficiali influiscono direttamente sulla propagazione sonora.
Nel settore avionico e aerospace, invece, ogni componente deve garantire massima affidabilità, durata e precisione, operando in condizioni spesso estreme in termine di temperatura, pressione e accelerazione.

Un altro aspetto cruciale è quello della lubrificazione, soprattutto se consideriamo che i micro riduttori operano spesso con velocità di ingresso elevate – tipiche dei motori DC coreless o brushless – e devono al tempo stesso gestire coppie relativamente alte in uscita.

Tutto questo comporta alcune sfide non banali. Il lubrificante, per esempio, deve garantire stabilità termica per resistere alle alte velocità, evitando fenomeni come la separazione della base olio, la centrifugazione o l’evaporazione. Allo stesso tempo, deve offrire un’elevata capacità di carico per proteggere gli ingranaggi nelle fasi in cui si raggiungono i picchi di coppia.
Ebbene,

la progettazione dell’housing può fare la differenza anche in questo ambito, integrando soluzioni come anse che fungono da micro serbatoi per il grasso, canalizzazioni interne o superfici trattate ad hoc per ottimizzare la distribuzione e la ritenzione del lubrificante.

Non dimentichiamo inoltre che nei riduttori miniaturizzati, ogni tolleranza conta. E l’housing deve facilitare l’allineamento corretto degli ingranaggi, garantire una chiusura senza stress meccanici e permettere un accesso agevole in caso di regolazioni o sostituzioni.

Non è solo un contenitore, insomma. L’housing influisce su durata, efficienza, rumorosità e sulla qualità stessa della lubrificazione. Un design ben studiato fa davvero la differenza, soprattutto quando si lavora con velocità elevate e carichi significativi.

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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