Ricordo che quando nel 2007/2008 iniziò la grande crisi – quella dei mutui subprime – nel giro di poco tempo si era fermato quasi tutto. Ricordo momenti lunghissimi in cui addirittura i telefoni in azienda non suonavano; ricordo che quasi non si incontravano clienti e fornitori e che di richieste ne arrivavano davvero poche.
Oggi invece – nonostante la crisi del caro energia, intensificata da quella del gas, sia nota e ampiamente discussa – ho la netta impressione che tutto stia continuando ad andare avanti quasi come se nulla fosse. Ma non lo scrivo assolutamente con accezione negativa, mi pare solo una situazione per certi versi surreale.
Mi spiego meglio.
Qualcuno di recente mi ha chiesto se ci sono, in questo momento, settori che stanno andando meglio di altri. Sì, ci sono, ho risposto. Tutti! Incluso l’avionico (contro ogni aspettativa).
Quello che vedo è che
c’è la consapevolezza di una precisa e determinata situazione, ma è un po’ come se non riguardasse né noi, né i nostri clienti, né i nostri fornitori. Le richieste arrivano, si lavora tanto e non vedo un settore che – più di altri – in questo momento stia soffrendo le conseguenze di una situazione complessa che perdura ormai da diversi mesi.
Perché non dimentichiamo che il problema del caro energia è iniziato verso la fine dello scorso anno.
Il risultato è che in questo momento c’è molto lavoro. Ci sono tante richieste. In un po’ tutti i comparti.
Siamo di fronte a un rifiuto psicologico dell’ennesimo momento di crisi? Non credo.
Anche perché se i nostri clienti continuano a farci richieste è perché, a cascata, ricevono richieste a loro volta.
E lo stesso vale per i nostri fornitori – che naturalmente non lavorano solo per noi – e che hanno tempi di reattività piuttosto lunghi poiché sono oberati di lavoro.