Qualche giorno fa Confindustria è uscita con quella che, secondo me, è stata più una provocazione che altro:
green pass per andare al lavoro e sospensione per i no vax.
Vi pare una proposta ragionevole?
Intanto va premesso che la vaccinazione anti-Covid è un argomento di per sé decisamente complesso. Voglio dire che io personalmente ho deciso di vaccinarmi perché la ritengo la scelta più giusta e, di conseguenza, non condivido quella opposta, ma non per questo credo debba essere criminalizzato chi è di parere contrario.
Per riprendere quello che ha detto il fondatore dell’Istituto Negri Silvio Garattini,
“in Italia è mancata una chiara informazione capace di spiegare il rapporto benefici-rischi del vaccino rispetto al contagio”.
Un’affermazione che condivido pienamente.
Se poi parliamo nello specifico di vaccinazioni anti-Covid per lavorare, allora sono così tanti gli argomenti di discussione che ridurre tutto a “green pass per andare al lavoro o sospensione” significa semplificare troppo un argomento che semplificabile non è. Al di là della libertà di scelta, ci sono contesti dove i contatti interpersonali sono così tanti che – a parer mio – finirebbero per vanificare un green pass applicato in ambito lavorativo. Pensiamo alle scuole, alle strutture sanitarie, o ai mezzi di trasporto.
Alla fine di tutto però credo che il punto sia uno solo. Giusta o sbagliata che sia l’imposizione in sé (e non è di questo che voglio parlare), penso che
per rendere obbligatorio qualcosa come una vaccinazione, lo si dovrebbe fare attraverso una legge apposita.
Ma se questa legge apposita non c’è, allora penso che difficilmente una regola come quella del green pass in determinate situazioni possa essere realmente fatta rispettare. Chi controlla davvero? E chi dovrebbe pagare chi si occupa di controllare? Perché non dimentichiamo che il controllo è un’attività vera e propria, che in molti casi richiede personale apposito.
Da quel che vedo e sento, però, siamo ben lungi da un decreto che vada in questa direzione…