Expo 2015 è finita. Quello che mi domando è: chissà se, insieme alla manifestazione milanese, piano piano termineranno anche tutte le chiacchiere e le polemiche che hanno dominato questi ultimi mesi? Forse sì, ma il discorso è un altro. In Italia quasi tutti i pretesti sono buoni per fare polemica e – giuste o sbagliate che siano state – intorno a Expo ne sono state fatte davvero tante. Alcune più che lecite: tutta la questione iniziale legata agli scandali di terreni, appalti e tangenti è stata indecente e ci ha fatto fare – ancora una volta agli occhi del mondo interouna figuraccia, la solita ‘italianata’ di cui certo non possiamo andare fieri e che ci ha fatto perdere un sacco di tempo. E questo è innegabile.

Poi però Expo è partita. E, devo dire la verità, mi hanno fatto un po’ sorridere tutte le polemiche che hanno accompagnato soprattutto i primi tempi della manifestazione. All’inizio sembrava che nessuno volesse Expo. Quando poi ci si è resi conto che si sarebbe fatta comunque, allora si è iniziato a dire che sarebbe stata un flop e che non ci sarebbe mai andato nessuno a prescindere. Nei giorni che hanno preceduto l’apertura dei cancelli sono addirittura iniziate a circolare in rete e sui media immagini che riprendevano montagne di spazzatura nei pressi dell’area espositiva. Per arrivare poi alla mattina del primo maggio in cui non c’era più NULLA: i cancelli sono stati aperti regolarmente e la spazzatura, com’era auspicabile, era stata tolta. E questo è solo un esempio.
Durante il primo mese della manifestazione, per farne un altro, si è continuato a dire che i padiglioni non erano terminati. Sembrava quasi che chi decideva di visitare Expo a maggio sarebbe finito in mezzo a poco più che un cantiere. Poi in realtà chi ci è andato i primi giorni e ci tornato dopo due o tre mesi non ha notato alcuna differenza. Per carità, gli ultimi ritocchi li avranno anche fatti a manifestazione iniziata, ma non si è trattato di qualcosa che ha inciso così tanto sulla fruizione della manifestazione. O no?
Per non parlare della questione legata ai costi esorbitanti per mangiare. Io a Expo ci sono stato più di una volta e vi assicuro che si poteva tranquillamente pranzare o cenare con meno di 10 euro. Ovvio, c’erano anche ristoranti più cari, ma sicuramente altrettante alternative decisamente più economiche. Senza contare i numerosi distributori di acqua gratis. Naturale, frizzante, fresca e a temperatura ambiente.

Con questo non voglio dire che Expo avrebbe dovuto ricevere solo elogi. Capisco benissimo anche chi, magari non convinto dell’idea in sé o per altre ragioni, abbia deciso di non andarci. Ma perché continuare a parlarne male e a remare contro facendo polemica su ogni cosa, compreso tutto ciò che innegabilmente stava funzionando? Il risultato è stato che all’inizio non ci è andato quasi nessuno (non dico che sia stato solo a causa delle polemiche sollevate, ma di certo hanno contribuito). Poi è arrivata l’estate con un clima non certo ideale per visitare Expo. Dopo è stato il momento delle ‘ferie di agosto’. Per arrivare agli ultimi due mesi in cui ci sono andati tutti, provocando lunghi momenti di attesa agli ingressi e ai padiglioni. Questione che inevitabilmente ha innescato altre polemiche, questa volta perché a Expo c’era troppa gente.

Io non credo che Expo sia stata così terribile come dicono in molti. Intanto è stato trattato un tema estremamente importante – “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – e anche solo il fatto di parlarne è sempre positivo. Soprattutto se ci si rivolge alle nuove generazioni che, volenti o nolenti, dovranno necessariamente crescere con una mentalità diversa dalla nostra.
Poi, certo, non tutti i Paesi hanno affrontato il tema allo stesso modo: alcuni – quelli più poveri e con meno risorse – hanno più che altro allestito dei negozi per cercare di vendere quello che potevano; altri non hanno minimamente rispettato il tema della manifestazione e hanno preso l’occasione per promuovere il proprio territorio a livello turistico. Altri ancora, però, hanno affrontato il tema molto bene (Svizzera, Emirati Arabi Uniti…).
Anche a livello organizzativo mi pare che tutto abbia funzionato bene: sicurezza, mezzi di trasporto, staff

Ora mi incuriosiscono molto le prossime edizioni di Expo. Soprattutto quella di Dubai nel 2020…

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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